Un nuovo scandalo sconvolge il mondo del calcio, l’ombra della scommesse si staglia ancora una volta all’orizzonte. Puntate da 400mila euro frazionate in tante giocate dagli importi bassi in modo da non superare la soglia di mille euro di vincita, che richiede l’identificazione del giocatore – piazzate poi in più punti scommesse. Agiva così il clan camorristico ”Vanella Grassi” riuscendo ad aggirare i controlli di bookmaker e Monopoli di Stato sul giro di scommesse e gare truccate della Serie B 2013/2014.
Per spiegare meglio la questione è intervenuto, ai microfoni di Agipronews, Maurizio De Marco, il pm dell”inchiesta portata avanti dalla Dda di Napoli sull”attività del clan che ha dichiarato: “Le giocate su Modena-Avellino e Avellino-Reggina (le due gare al momento sotto indagine, ndr) sono state effettuate in agenzie collegate a bookmaker autorizzati, e non sul circuito ”nero”. L”importo è stato frazionato in scommesse più piccole tutte piazzate sul territorio di Napoli”. Un vero e proprio sistema studiato in ogni minimo dettaglio per eludere i controlli. “Le indagini, però, devono ancora essere approfondite, ne sapremo di più tra qualche tempo” conclude il pm.
La camorra, stavolta, sembrava averla fatta franca, nessuna segnalazione infatti era arrivata al Viminale dai Monopoli di Stato nonostante un movimento di denaro piuttosto elevato. Stranezze che non sarebbero state rilevate nè dai bookmakers nè dia tecnici che si occupano di monitorare i flussi di gioco. Una vicenda ancora tutta da chiarire, ma che presenta elementi inquietanti: se la tesi dell’accusa dovesse essere confermata dalle indagini sarebbe una sconfitta per il mondo del calcio.