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Il pagellone azzurro delle Olimpiadi di PyeongChang 2018. I Giochi Olimpici invernali coreani si sono conclusi ed è tempo di dare i voti alla squadra azzurra che è riuscita a portare a casa dieci medaglie frutto di tre ori, due argenti e cinque bronzi.
ARIANNA FONTANA 10
Gli aggettivi e le parole sono finiti. La portabandiera azzurra entra nella storia dello sport italiano portando a casa tre medaglie: una d’oro nei 500, una d’argento nella staffetta, una di bronzo nei 1000. In totale fanno otto medaglie ai Giochi, seconda italiana di tutti i tempi dopo Stefania Belmondo. Il resto non c’è bisogno di aggiungere altro: semplicemente leggenda.
MICHELA MOIOLI 10
Vince una medaglia d’oro semplicemente straordinaria. Nello snowboard domina dall’inizio delle batterie sino alla finalissima, ha un’altra marcia rispetto alle altre e dopo la sfortunata edizione di Sochi si mette al collo una meritatissima medaglia del metallo più pregiato. Non solo. Michela può anche guardare al futuro vista la sua giovane età. Fantastica.
SOFIA GOGGIA 9.5
Inutile nascondersi; la aspettavamo. Sofia Goggia alla sua prima presenza olimpica riesce a conquistare la medaglia d’oro nella discesa libera, mandando in delirio una nazione che da tanto aspettava questo risultato nelle discipline veloci. La bergamasca completa l’exploit iniziato due anni fa con il primo podio in Coppa del Mondo a Killington. L’azzurra classe ’92 è nella storia nonostante i due undicesimi posti nel super-G e nel gigante, dove aveva fatto storcere il naso a molti. Nella libera però ha evitato le cosiddette “goggiate” che più volte non le hanno permesso di imporsi.
DOMINIK WINDISCH 9
Quando cominci le Olimpiadi con una medaglia di bronzo nella gara più difficile, la sprint, significa che questi saranno i tuoi Giochi. Sbaglia una volta al poligono ma con una prestazione mostruosa sugli sci vince il bronzo per sette decimi. Non si ripete nell’inseguimento dove non trova continuità al poligono, stesso dicasi per l’individuale e per la mass start. Ma l’altra zampata vincente la piazza nella staffetta mista quando stampa Peiffer in volata e porta l’Italia sul podio con tanti saluti ai rosiconi tedeschi.
FEDERICO PELLEGRINO 9
L’azzurro porta a casa una bellissima medaglia d’argento nella sprint individuale vincendo una volata indimenticabile con Bolshunov, si deve arrendere solamente al marziano Klaebo. Nella staffetta 4X10 entra in gioco quando ormai i buoi sono scappati e cerca di risparmiare energia in vista della sprint a coppie con Dietmar Noeckler. La gara non va bene, gli azzurri chiudono quinti, ma la colpa non è di certo di “Chicco”. Meticoloso e professionale come non mai, raccoglie sempre il massimo.
NICOLA TUMOLERO 9
Un bronzo indimenticabile per Nicola. Nei 10000 metri piazza la sua prestazione che con il passare dei minuti assomiglia sempre di più ad una medaglia olimpica, nel finale si soffre con la leggenda Sven Kramer. Ma neanche l’olandese riesce ad attaccare il tempo dell’azzurro che così si può lasciare andare ad una grande esultanza. Purtroppo per lui i Giochi finiscono con un brutto infortunio, ma la medaglia rimarrà sempre nella storia.
LISA VITTOZZI 8.5
Brava, brava e ancora brava. La sappadina dimostra a tutto il mondo che il futuro non può che essere suo: sesta nella sprint, undicesima nell’inseguimento e quarta in una mass start di rimonta in cui ha anche sparato per il podio. Questo per quel che concerne le gare individuali poi nelle due staffette è stato show vero: sia nella mista che in quella femminile al lancio ha portato il testimone a Dorothea Wierer con l’Italia al primo posto. Torna a casa con una medaglia di bronzo, ma cosa più importante, con la consapevolezza che tra quattro anni Lisa Vittozzi si presenterà a Pechino come una delle atlete da battere.
FEDERICA BRIGNONE 7.5
Anche la lombarda riesce a tornare in patria con una medaglia. Si tratta del bronzo dello slalom gigante dove è arrivata alle spalle solo di Shiffrin e Mowinckel. Resta un pizzico di rammarico per le altre gare, in cui le è mancata quella cattiveria (e forse quella condizione) che ha contraddistinto le ultime apparizioni in Coppa del Mondo. Guardando il bicchiere mezzo pieno però, possiamo e dobbiamo sottolineare l’ennesima affermazione a questi livelli di Federica.
LUKAS HOFER 7
Una buona manifestazione da parte dell’azzurro: tante buone gare senza l’acuto. Sugli sci ha alternato gare ottime a gare sufficienti, ma dove è venuto a mancare è stato al poligono: troppi gli errori commessi (quasi sempre l’ultimo bersaglio) che non gli hanno permesso di lottare per i primissimi posti. Ma si porta a casa la medaglia e nella staffetta mista ci mette molto del suo.
CAROLINA KOSTNER 7
La fenice risorge sempre dalle ceneri. E Carolina è più o meno come la fenice. L’azzurra non porta a casa la medaglia per via di un programma corto con qualche imprecisione di troppo, ma nel libero regala spettacolo ed emoziona. Guadagna una posizione e chiude quinta, ma a volte il risultato finale, soprattutto con una campionessa come lei, passa in secondo piano.
CURLING 6.5
Una qualificazione storica, la prima se si esclude Torino 2006 dove la nazionale era qualificata di diritto. Amos Mosaner e compagni cominciano alla grande e addirittura sognano la semifinale, poi incappano in una serie di sconfitte consecutive che fanno svanire il sogno. Ma in ogni caso la partecipazione olimpica rimarrà per un movimento che è in netta crescita.
DOROTHEA WIERER 5.5
Non è la solita Dorothea. Soprattutto al poligono dove nelle prime gare non riesce a trovare il feeling giusto sia con il tracciato che con le condizioni estreme. L’azzurra si riprende nella seconda parte dei Giochi chiudendo al settimo posto l’individuale e al sesto posto la mass start, con qualche rimpianto per l’ultimo poligono. Nella staffetta mista sbaglia tre volte ma alla fine si salva e riesce a consegnare il testimone a Lukas Hofer con l’Italia in piena lotta per le medaglie. Nella staffetta femminile fa il bello ed il cattivo tempo: prima due giri di penalità a terra in un poligono maledetto poi nella bufera trova uno zero storico. Aspettative troppo alte?
CHRISTOF INNERHOFER 5
Oltre il tredicesimo posto in tutte e tre le gare olimpiche. La condizione di “Inner” non è sicuramente quella di Sochi 2014; lo dimostrano le opache apparizioni in Coppa del Mondo e la consapevolezza che forse l’azzurro non è più ai livelli dei vari Svindal e Jansrud. Le dichiarazioni a caldo dell’atleta di Brunico dicono questo ma siamo fiduciosi che l’argento olimpico di quattro anni fa si possa riprendere al più presto.
DOMINIK PARIS 5:
Nonostante sia il migliore per quanto riguarda la squadra azzurra, il suo voto non arriva alla sufficienza. L’altoatesino possiede delle potenzialità enormi ma non sembra ancora riuscito a sfruttarle a pieno nelle competizioni che contano. All’età di 28 anni Dominik è approdato a PyeongChang nel momento forse più roseo della sua carriera ma è arrivato un gradino sotto al podio nella discesa libera, rimandando così l’appuntamento con una medaglia.
PETER FILL 5
Stesso voto per il nativo di Bressanone che ha oscillato la sua stagione tra molti bassi e pochi alti. Il livello nelle discipline veloci è decisamente alto ma da lui ci si aspetta qualcosa di più che un sesto posto nella libera (che si aggiunge a due gare non completate nella combinata e nel super-G). Anche per Fill gli anni passano ma sappiamo che per i velocisti l’età non rappresenta un problema così grande: le possibilità residue di vederlo nel 2022 ci sono ancora.
OMAR VISINTIN S.V.
Uno dei favoriti per la gara maschile, ma viene fatto cadere da uno spagnolo ed è estromesso per la lotta alle medaglie. Un vero peccato per Omar che ci teneva tantissimo a questo appuntamento, ma nello snowboard in particolare, in un secondo può cambiare tutto anche per colpe non personali. Coraggio Omar, ti rifarai tra quattro anni.