Ancora tu? Mauro Zarate, quel talento tutto genio e sregolatezza che ha fatto innamorare un intero mondo laziale, torna a far sognare. Oggi l’attaccante argentino ci ha ricordato il motivo per cui ci fossimo pazzamente innamorati di lui anni addietro: tecnica sopraffina, palla attaccata al piede ed un destro fatato. Il goal di questa sera è una delle tante perle messe a segno dal giocatore di Buenos Aires nel corso della sua carriera. È tornato in Italia, sponda viola, con tanto scetticismo sapendo che l’unica maniera per rispondere alle critiche fosse quella di dimostrare il suo valore in campo. Come? A suon di goal, dribbling ubriacanti e giocate.
Il debutto sin da piccolissimo dal Veléz ed una vita professionale che da sempre è un sali e scendi continuo. Nel 2007 il passaggio alquanto clamoroso alla squadra qatariota del Al-Sad. Il richiamo del vil danaro è troppo forte. Peccato che Zarate abbia appena 20 anni e una lunga carriera davanti a lui. Un po’ presto per esperienze di questo tipo, no? Un breve capitolo al Birmingham, condito da 14 presenze e 4 goal ed il trasferimento alla Lazio nel luglio del 2008. L’argentino risulterà un vero e proprio crack. Maurito è implacabile, una saetta palla al piede, una tecnica invidiabile ed un destro che è pura magia. Ma nonostante i primi mesi straordinari, qualcosa si rompe. Se è vero che l’abbiamo così elogiato non si possono non menzionare i suoi difetti: egoista, innamorato del pallone e della vita fuori dal campo. Insomma, non propriamente l’ideale di professionista. La sua prima stagione in biancoceleste si chiude con il trionfo in Coppa Italia ed il successivo riscatto a 20 mln di euro del cartellino.
Gli anni successivi sono un mezzo disastro e per la Lazio inizia a diventare un peso. Nel 2011 il prestito all’Inter con risultati tutt’altro che incoraggianti: appena tre reti e nient’altro. L’argentino non viene riscattato dai nerazzurri, torna a Roma ma non viene mai convocato. È ufficialmente fuori rosa ed il rapporto con la società ormai è logoro. Zarate intenta una causa per mobbing contro la Lazio che risponde facendogli causa venendo a sapere di un suo viaggio alle Maldive quando invece sarebbe dovuto essere infortunato.
Dopo quasi un anno senza giocare, Zarate torna in patria al Vèlez, la squadra in cui è cresciuto ed esploso. È un altro Maurito: si aggiudica il il titolo di capocannoniere e torna ad essere corteggiato da club europei. L’Inghilterra lo chiama e si accasa al West Ham che decide, un po’ a sorpresa, di scommettere sull’argentino. Un goal spettacolare all’esordio contro il Crystal Palace e niente più. Nella successiva finestra di mercato veste già una nuova maglia, quella del Qpr. A gennaio il passaggio alla Fiorentina e l’inatteso ritorno in Italia.
Alti e bassi, genio e sregolatezza.
Mauro Zarate è questo e va preso così. Non sarà mai un calciatore affidabile ma ti può regalare gioie indescrivibili che valgono una serena dormita col sorriso sulle labbra.
Vi sembra poco?