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NBA tapas – episodio 2: Griffin e i Pistons vanno all-in

Reggie Jackson, Detroit Pistons 2017-2018 - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

Secondo appuntamento con la rubrica NBA tapas, anche questa settimana affronteremo tre argomenti che riguardano il basket oltreoceano. Il primo punto riguarda l’approdo in casacca Pistons di Blake Griffin che è stato scambiato dai Clippers insieme a Brice Johnson e Willie Reed per Boban Marjanovic, Averey Bradley, Tobias Harris un scelta al primo giro 2018 e una al secondo giro 2019. A seguire la situazione un altro giocatore che cambierebbe arie volentieri come Kemba Walker e infine una considerazione su Gordon Hayward del quale ci chiediamo se valga la pena affrettare il recupero.

GRIFFIN La trade che ha portato Blake Griffin in Michigan si è consumata nella notte italiana ed è stata una sorpresa anche per diversi addetti ai lavori. In casa Clippers c’era aria di rivoluzione ma l’indiziato numero uno per la cessione portava il nome di DeAndre Jordan. Tra i giocatori che in seguito alla trade si sono accasati in California ci sono Gary Harris e Avery Bradley con quest’ultimo in scadenza di contratto. I Clippers dopo aver fallito negli ultimi anni gli obiettivi prefissati dalla dirigenza si avvia a rifondare, ragion per cui probabilmente anche Jordan e Lou Williams potrebbero abbandonare la nave prima della deadline in cambio di giocatori futuribili e scelte al draft.

Al contrario la mossa dei Pistons rappresenta il segnale che si vuole provare a capitalizzare e nei prossimi tre anni il fulcro della squadra sarà rappresentato dal frontcourt Griffin-Drummond intorno al quale si proverà a costruire un team competitivo. Gli addii di Gary Harris e Avery Bradley pesano solo in parte, specialmente quello dell’ex Celtics che nei primi mesi di stagione non ha mai convinto pienamente coach Van Gundy. A cose fatte la domanda da porsi è, quanto serve effettivamente ai Pistons? Di base l’idea è che si sia rinforzato il quintetto dato che le altre due stelle della squadra sono rimaste (Drummond e Jackson) anche se resta il fatto che dopo aver centrato un’ipotetica qualificazione ai playoff sarà molto probabile un’eliminazione al primo round contro una tra Boston, Toronto e Cleveland.

Ad ogni modo al suo debutto in maglia Pistons, Griffin è parso essere già in sintonia con la squadra e ha contribuito significativamente al successo contro i Grizzlies con 24 punti e 10 rimbalzi. Sulla carta il prodotto dell’università dell’Oklahoma alleggerisce la pressione che c’è su Drummond e potrebbe essere il perfetto frontcourt partner per lui, cosa che Tobias Harris si è solo avvicinato ad essere. L’ex Clippers ha ottime doti di passatore e con la sfera tra le mani è sempre pericoloso, sia nel pitturato che in penetrazione contro giocatori più piccoli. Tuttavia ci sono delle incognite, sia perché Blake approda ad Est in un periodo calante della sua carriera e anche perché la panchina risulta troppo corta e fatica quando mancano giocatori di prima fascia sul parquet. Assodato che in questa stagione sarà difficile per i Pistons superare il primo turno in post season. Sarà interessante vedere come e cosa sarà costruito intorno al nuovo nucleo.

WALKER LASCIA LA NAVE? – Nell’estate 2016 nessuno avrebbe immaginato che nel giro di una stagione e mezza il progetto degli Hornets sarebbe naufragato nel giro di un anno e mezzo. Charlotte sembrava essersi calata in una dimensione da squadra da playoff, status che avrebbero dovuto tenere per qualche anno. Invece la scorsa stagione è capitolata con un record negativo che gli ha estromessi dalla post season e anche quest’anno le speranze di giocare ad aprile inoltrato sono poche.

Questa situazione non può lasciare indifferente l’uomo franchigia Kemba Walker che ha velatamente fatto capire al front office che gradirebbe una nuova destinazione. La trade deadline dell’8 febbraio è imminente e seppur gli Hornets vorrebbero trattenere il giocatore sono disposti a considerare offerte eque e ad ogni modo l’idea è quella di cederlo solo per un’altra star. Con una cessione del numero quindici probabilmente si dovrebbe ripartire da zero, ragion per cui in caso di uno scambio nel pacchetto verrebbero inclusi giocatori con ingaggi esagerati per il tipo di apporto che danno sul parquet. A questo punto Walker potrebbe davvero abbandonare anche se andrà intavolata una win-win in meno di una settimana anche perché nonostante per gli Hornets si prospetta uno scenario mediocre è troppo tardi per tankare con quasi una decina che stanno facendo peggio.

HAYWARD HA SENSO FORZARE?Ogni settimana arrivano aggiornamenti sulle condizioni di Gordon Hayward e dai video trapelati sembra che il giocatore sia già in grado tirare. Finora il recupero del giocatore sembra procedere per il meglio, il tutore è stato tolto prima del previsto e nonostante ancora non salti e non faccia particolari pressioni sulla caviglia è in grado di stare in piedi e tirare. I tifosi dei Celtics hanno iniziato subito iniziato a far speculazioni su un possibile rientro dell’ex Jazz in vista dei playoff. Però anche qui c’è da chiedersi se vale la pena rischiare un giocatore per inserirlo in un sistema che sta funzionando bene anche senza di lui.

La paura è quella che Boston possa bruciare il Hayward facendo lo stesso errore che ai Bulls fecero con Derrick Rose. Gordon deve vivere con tranquillità questo momento e ha tutto il diritto di prendersi una stagione intera per concentrarsi sul recupero. Il giocatore dopo aver tolto il tutore aveva dichiarato di non escludere un ritorno in campo nel corso della stagione corrente e che avrebbe fatto tutto il possibile per riuscirci. I passi avanti nella riabilitazione sono evidenti, adesso riesce a camminare senza stampelle e nel giro di un mese dovrebbe viaggiare in trasferta con la squadra ma è troppo presto per parlare di rientro e fortunatamente sembra essersene accorto anche Danny Ainge che ha affermato che il rientro del giocatore non è nei piani della dirigenza.

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