Dani Alves ha rilasciato una nuova intervista a Fifa.com e le sue parole, pubblicate sul sito nella giornata di lunedì 29 gennaio, hanno fatto discutere visto che il giocatore brasiliano si è soffermato non solo sulla sua attuale squadra, il Paris Saint-Germain, e la sua avventura in Ligue 1 ma ha anche esposto e chiarito le motivazioni che lo hanno portato a lasciare la Juventus dopo una sola stagione trascorsa a Torino.
“Non mi piace stare nella mia zona di comfort. Mi piace la sfida, e la possibilità di cambiare la storia di un club come il PSG è stata una scarica di adrenalina per me. Questo è il motivo per cui sono venuto a Parigi. E poi mi piaceva l’opportunità di vivere in una grande città e giocare in una squadra con grande ambizione” sono le parole del brasiliano che ha scelto la capitale francese prima di altre destinazioni.
A guidare i suoi spostamenti è quindi la voglia di incidere e di essere al centro di un progetto vincente: “Le persone pensano che io sia venuto qui per soldi ma non è vero perché avevo anche altre grandi offerte. Con il Barcellona è successa la stessa cosa: il club viveva una fase di transizione. Ho fatto parte della miglior squadra della storia blaugrana. Voglio vivere la stessa esperienza a Parigi, anche se è una società con meno tradizione”.
Obiettivo principale di Dani Alves è quella di conquistare per la quarta volta in carriera la Champions League dopo le vittorie con il Barcellona negli anni 2009, 2011 e 2015: “E’ il nostro obiettivo. Neymar pensava a questo quando ha lasciato il Barcellona ed è quello a cui io stavo pensando quando ho lasciato la Juventus. La Champions League è la competizione che mi ha portato a trasferirmi, è quello che ci eccita, che pompa l’adrenalina”.
E da dove nasce questo spirito di rivalsa e di vincere: “Il mondo appartiene ai coraggiosi, se non sei coraggioso rimani sempre nell’ombra e non è quello che vogliamo. Non avevamo niente in Brasile e vogliamo fare qualcosa di importante nelle nostre vite”. Ombra, come quella in cui sembrava trovarsi Neymar al Barcellona: “Lui (Neymar) penso sia vicino a Messi per l’influenza che ha come giocatore però doveva uscire dalla sua ombra. Giocare con un giocatore unico come Leo è la cosa più incredibile che ti possa capitare ma poi c’è sempre il dubbio sul fatto che tu sia davvero un giocatore di grande qualità o se sia solo merito suo”.