Dallas Stars mercoledì e Nashville Predators giovedì. Le notti delle due squadre sono state accomunate da un brutto destino: l’eliminazione dalla Stanley Cup alle semifinali di Conference. Entrambe le franchigie hanno terminato il proprio percorso all’ultima gara disponibile, il Game7, andiamo a valutare il loro cammino.
Dallas Stars, voto: 5,5
Un voto che potrebbe oscillare tra il “sufficiente” ed il mediocre perché i texani hanno mostrato sprazzi di grande gioco ad un vuoto difensivo alquanto preoccupante. Nel primo round contro i Minnesota Wild la qualificazione non è mai stata messa in discussione perché gli Stars hanno potuto contare su un apporto straordinario di Jamie Benn (a punti per 6 partite di fila) e di Jason Spezza che ha fatto di tutto per non far rimpiangere la pesantissima assenza di Tyler Seguin. Nonostante la serie terminata 4-2 per Dallas, verso gara 3 e 4, coach Lindy Ruff ha iniziato a dubitare della titolarità dei due goalie. E’ bastata una sola sconfitta a metter il tutto in discussione anche se l’allenatore ha chiaramente espresso la propria volontà di alternare i due portieri (Kari Lehtonen e Antti Niemi) così come ha fatto durante tutto il corso della stagione. I risultati di questa “operazione” gli si son rivoltati contro al secondo round contro i St.Louis Blues, reduci dalla gloriosa eliminazione inflitta ai Chicago Blackhawks. Dopo il primo match terminato sul 2-1 per gli Stars, Dallas non è più riuscita a vincere fra le mura amiche, un fattore abbastanza importante se si pensa che i texani avevano il vantaggio casalingo con un’ipotetica gara 7 all’American Airlines Center. St.Louis pareggia e passa sul 2-1 nella serie dopo una straordinaria vittoria allo Scottrade Center per 6-1, una notte da incubo per Lehtonen e Niemi. Dallas ha arrancato per il proseguo della serie riuscendo comunque a sfruttare alcuni errori difensivi dei Blues e vincendo alcune partite (come gara 6) da “corsari”. Il Game7 è stato un disastro, un fallimento totale. Neanche il calore del pubblico amico è riuscito a dare la carica necessaria per non buttare via il tutto in cali di concentrazione abbastanza evidenti e negativi. Kari Lehtonen perde ogni sicurezza subendo tre reti (quattro con il goal annullato a Tarasenko) in un solo periodo e coach Ruff predica il “mea culpa” in conferenza stampa per non aver cambiato immediatamente Lehtonen con Niemi dopo averlo visto in grave difficoltà. Termina così la stagione di rientro dei Dallas Stars (con uno scottante 1-6 interno) che hanno un mostrato ancora una volta un reparto offensivo iper produttivo (primo in regular season) e davvero spietato ma una difesa da mettersi le mani nei capelli e quell’alternanza dei portieri che forse, sotto sotto, non ha aiutato a tenere una stabilità più mentale che “tattica”.
Nashville Predators, voto: 6,5
Parlando dei Nashville Predators tocchiamo tutto un altro argomento, un’altra storia ed altre prospettive. I gold si son qualificati per il secondo anno consecutivo alla Stanley Cup ma da “Wild Card” andando a prendersi i temibili Anaheim Ducks denominati “favoriti” per la conquista del titolo della Western Conference. Sorprendentemente i Preds partono a razzo con due vittorie all’Honda Center in California mettendo in serio pericolo i programmi delle paperelle che, comunque, riescono a rimontare ed a portare la serie a proprio favore. Nashville, guidata da coach Peter Laviolette, sfrutta la confusione dei Ducks nelle ultime due partite e attraverso un atteggiamento difensivo ai limiti della perfezione riesce a vincere gara 7 con l’allenatore che conquista la quinta vittoria di fila in un Game7. Arrembanti e pieni di speranze i Preds rimangono in California perché devono affrontare i San Jose Sharks, autori di una serie coi fiocchi terminata in 5 gare contro i Los Angeles Kings. Questa volta il copione si “ripete al contrario” perché è Nashville ad andare sotto di due partite a zero per poi recuperare ed alternare vittorie a sconfitte (tutti i successi guadagnati in casa). Il 5-0 di gara 7 è un qualcosa d’inspiegabile perché Pekka Rinne viene abbandonato dalle due star difensive come Roman Josi e Shea Weber che commettono due errori madornali che spalancano la strada del successo agli squali (secondo e terzo goal). Un’amarezza presa comunque come una “lezione” per un team che sta tentando di spuntare in una difficilissima Central Division.
Due aspettative diverse ma due “risultati della storia” uguali. Maledetta gara 7, maledetti errori ma sbagliando s’impara specialmente se si parla di team non ancora affermati ai grandi livelli.