“È un momento difficile, devo ritrovare il mio equilibrio. Un sogno nel cassetto? Mi piacerebbe prendere il mio zainetto e girare tutta l’Australia”. Nell’intervista esclusiva concessa a Sportface.it, Sara Errani mette da parte grinta e determinazione per far spazio a filosofia e pazienza. Gli occhi della tigre non sono affatto scomparsi, sono lì pronti a ruggire, ma sembrano lasciare per un attimo il campo alla profondità dei suoi pensieri. Si legge riflessione, si scrive crescita: “Credo che ogni persona attraversi quelli che io chiamo ‘periodi di transito’, durante i quali bisogna trovare il tempo per riassestarsi e ritrovarsi. È grazie a momenti come questi che si impara a conoscere se stessi e, quindi, a crescere. Le difficoltà si superano solamente con pazienza e, allo stesso tempo, forza”.
La sconfitta contro Margarita Gasparyan ai recenti Australian Open ha lasciato il segno, probabilmente più di quanto si potesse credere, ma la romagnola sa già come rialzarsi. L’Olimpiade di Rio 2016 può rappresentare una motivazione in più, soprattutto per chi vive i cinque cerchi come un sogno ad occhi aperti: “I Giochi Olimpici hanno sempre rappresentato qualcosa di speciale e unico per me. È difficile spiegare l’amore per la maglia azzurra e quanto rappresentare il mio paese sia motivo di grande orgoglio. Ogni attimo olimpico è un’emozione: ricordo ancora quando a Pechino ho dovuto inseguire Kobe Bryant quindici minuti prima di trovare il coraggio per chiedergli un autografo. In Cina ho conosciuto anche altri miei idoli come Pau Gasol e Lionel Messi. A Londra purtroppo dormivamo a Wimbledon ed eravamo lontanissimi dal villaggio olimpico. Spero che a Rio saremo vicini al cuore dell’Olimpiade”.
Il sogno olimpico verrà anticipato da una stagione ricca di eventi, primo fra tutti il weekend di Fed Cup che vedrà l’Italia impegnata sabato e domenica a Marsiglia contro la Francia di Caroline Garcia e Kristina Mladenovic. Sara Errani scenderà in campo da numero 1, accompagnata da Camila Giorgi, Francesca Schiavone e da una giovane new entry. “Non conoscevo Martina Caregaro, ma sono felicissima per la sua convocazione. Le promesse azzurre? Devo ammettere di non seguire molto il circuito giovanile, ma faccio il tifo per tutte le nostre ragazze”. In questo periodo di ricambio generazionale, che ha visto Flavia Pennetta appendere la racchetta al chiodo e Roberta Vinci annunciare il ritiro a fine 2016, gli occhi sono puntati su Sara Errani e Camila Giorgi. “Se sento maggiore pressione? Ce ne è già tanta di solito, non riesco sinceramente a vedere la differenza. Nuova compagna di doppio? Per ora no, sceglierò torneo dopo torneo se e con chi giocare”.
Nel 2015, a Genova, proprio contro la Francia, Sara Errani e Roberta Vinci giocarono il loro ultimo doppio insieme. Ma qualcosa si era già rotto, come dimostrarono la prestazione e la netta sconfitta con Garcia-Mladenovic. A un anno circa dal divorzio sportivo sono ancora tante le domande sulle motivazioni, sportive e non, che avrebbero sancito la fine di uno dei connubi più vincenti della storia dello sport italiano. Una continua e imperitura lotta contro la privacy, che non sembra però toccare minimamente la Errani. “Ormai sono diventata brava a distinguere chi pone queste domande nella giusta maniera da chi cerca la polemica a tutti i costi. Tuttavia praticare sport ad alto livello porta a una invasione della sfera privata, che credo di aver imparato a gestire pian piano nel corso della mia carriera”.
A proposito di sfera privata, alcune recenti dichiarazioni di Garbine Muguruza (“Nel circuito ci odiamo tutte”) hanno scatenato reazioni più o meno veementi da parte delle colleghe. “Ho letto l’intervista e devo dire di non essere affatto d’accordo con la Muguruza. Nutro stima e rispetto per tantissime giocatrici, tutte abbiamo fatto enormi sacrifici per giungere così nel gotha di questo sport. È una vita sicuramente bella, ma allo stesso tempo molto dura. A volte ci si dimentica che prima di essere atlete di alto di livello siamo persone, e come tali abbiamo bisogno di rispetto, affetto e amicizia. Io ho legato moltissimo con le ragazze italiane e con quelle spagnole e, affrontando tutte problemi simili ogni giorno, cerchiamo di sostenerci a vicenda”.
La domanda a questo punto nasce spontanea. Come sta Sara Errani e quali sono i suoi obiettivi dichiarati? “La preparazione invernale è andata molto bene, al contrario dello scorso anno quando a causa di un problema alle costole non mi ero potuta allenare al meglio. A fine 2015 ho lavorato tanto sia tennisticamente che fisicamente, visto che con il passare delle stagioni ci si concentra in maniera importante sulla prevenzione dagli infortuni. Ora sto bene ma tocco ferro… Obiettivo? Sempre lo stesso: dare il massimo in tutte le sessioni di allenamento, in qualsiasi partita, in ogni giorno dell’anno. Questo è il mio ‘goal’, andare a letto con la consapevolezza di aver dato tutto”. Dopo tanti anni nel circuito cosa si può ancora migliorare nel proprio tennis? “Certamente, si lavora su tutto. Dalla gestione della pressione alle migliorie tattiche. Non c’è un percorso prestabilito, ma bisogna essere bravi ad adattarsi alla condizione fisica nonché psicologica, perché nessun giorno è uguale al precedente o al successivo. Questo è il tennis, questa è la mia vita”.
Difficile prevedere quali potranno essere i risultati della romagnola nel 2016, ma un dettaglio, non di poco conto, pare certo. Non è ancora tempo dello zainetto in spalle in giro per l’Australia. L’Ayers Rock può aspettare, il tennis ha ancora bisogno di Sara Errani. E Sara Errani del tennis.