Hockey NHL

NHL, All-Star Game & Skills: un weekend da All-Star

NHL All-Star Game 2016 - Bridgestone Arena - Foto Brent Moore - CC BY-NC 2.0

Andata in scena questo weekend la sessantunesima edizione del classico evento All-Star, che come sempre si è diviso fra le giornate di sabato e domenica. In questa competizione abbiamo visto un netto cambiamento rispetto alla storia, perché vi è stata la partecipazione di 4 squadre differenti denominate “Division” (Atlantic, Metropolitan, Central, Pacific, divise per area geografica statunitense).

Ai fans è stata data la possibilità di votare un capitano che rappresentasse la propria Division avendo così il posto assicurato nell’evento. I restanti giocatori son stati scelti direttamente dalla National Hockey League con le seguenti regole :

– Sei attaccanti.
– Tre difensori.
– Due portieri.
– Convocazione obbligatoria di almeno un giocatore per franchigia.

Ma veniamo alle votazioni dei fans:

Capitano Atlantic Division : Jaromir Jagr.

Senza dubbio uno dei più grandi attaccanti che abbia mai pattinato sulle piste americane. Jagr, ormai a 44 anni, insegna hockey e stupisce ancora. Un idolo per diverse generazioni.

Capitano Metropolitan Division : John Tavares.

Inizialmente i fans avevano votato l’attaccante dei Washington Capitals, Alex Ovechkin, ma sfortunatamente “The Great 8” si è infortunato nell’ultima partita contro Philadelphia. La National Hockey League ha deciso così di nominare la prima scelta assoluta del Draft2009 nonché capitano dei New York Islanders, John Tavares.

Capitano Central Division : Patrick Kane.

Da MVP della lega, Patrick Kane è riuscito ad imporre una sfilza di partite, lunga ed impressionante, in cui ha messo il suo cognome a referto per ben 26 volte fila. È un giocatore fantastico ovviamente apprezzato da tutto il panorama hockeystico per le sue abilità spettacolari nel manovrare il puck.

Capitano Pacific Division : John Scott.

Ed ecco qui la scelta più curiosa. Il voto dei fan ha espresso la volontà di vedere Scott in questo torneo. Un giocatore che il ghiaccio della NHL, spesso, lo vede con il binocolo. Scott non ha nulla di particolare se non la sua dura presenza sul ghiaccio, conosciuto per lo più per le sue risse. Come accadde l’anno scorso per Zemgus Girgensons (giocatore dei Sabres), John Scott è stato votato per scherzo e per render l’evento ancor più divertente mettendo un giocatore senza grandissime abilità al fianco di velocisti, giocolieri e bomber. La sua convocazione non è passata inosservata ai piani alti della National Hockey League che, per ovvi motivi, avrebbero voluto un rappresentante diverso per la Pacific Division. John Scott, all’epoca delle scelte della fan-vote, era un giocatore degli Arizona Coyotes (una franchigia militante, appunto, in Pacific). Circa tre settimane fa sono uscite delle voci di un imminente scambio che avrebbe portato Scott a Montreal, cambiando di Division e non essendo più convocabile per le regole dell’All-Star Game. Quando lo scambio si concretizzò, in molti gridarono al complotto preparato dalla NHL e dai Coyotes, che pochi giorni prima avevano messo pressioni sul ragazzo per rifiutare alla sua convocazione. Scott ha tenuto duro e, supportato da tutti i fans che l’avevano votato, ha ottenuto un’attenzione mediatica tale da obbligare la National Hockey League a tornare sui suoi passi, rivedere le regole ed accettare la presenza di Scott nonostante il giocatore abbia cambiato Division.

Il racconto dell’evento

Nella giornata di sabato abbiamo potuto apprezzare le doti balistiche dei giocatori con la “Skills Competition”. Attraverso una serie di challenge, l’Eastern Team (composto dall’Atlantic più la Metropolitan) è riuscito a prevalere sul Western Team con un risultato finale di 29-12. Il punteggio è stato calcolato in base ai punti accumulati nella competizione con le seguenti sfide, a round:

– Giocatore più veloce a tagliare il traguardo (da un lato all’altro della pista): Dylan Larkin 13,17 secondi (EAST)
– Uno contro uno più spettacolare: PK Subban (EAST)
– Tiro di precisione (colpire 4 bersagli, situati negli angoli della porta, nel minor tempo possibile): John Tavares 12,29 secondi (EAST)
– Tiro con più potenza: Shea Weber, 108,1km/h (WEST)

Poi, altre due sfide denominate “Skills Challenge Relay” (percorso con una serie di ostacoli ed obiettivi da centrare nel minor tempo possibile) e “Shootout” (classici rigori hockeystici) dove, a differenza delle altre quattro sfide, tutti i componenti del team erano chiamati a dare il loro apporto di squadra.

L’All-Star Game

Per la prima volta nella storia dell’All-Star Game abbiamo visto il nuovo format 3-on-3. Dopo la noia straripante della scorsa stagione con delle difese immobili, dei portieri che facevano entrare di tutto e degli attaccanti che quasi neanche correvano, la NHL ha deciso di introdurre il format utilizzato in “regular season” per decidere le partite in parità dopo i regolamentari, diminuendo il numero dei match terminati agli shootout, anche nella competizione All-Star. Formula azzeccata? Può darsi. Tanti fans si son divertiti. La gara si è svolta solamente tra due attaccanti ed un difensore (oltre ad un portiere) per squadra con un grandissimo spazio da sfruttare, che hanno mostrato numeri di alta classe nel possesso del puck. Alla fine dei giochi, il Pacific Division Team è riuscito a sconfiggere gli avversari di Conference per 9-6, per poi qualificarsi alla finale e battere anche l’Atlantic Division Team per 1-0 con la rete decisiva dell’attaccante degli Anaheim Ducks, Corey Perry.

E chi è stato poi eletto come MVP della competizione? Proprio lui, John Scott.

Il capitano è salito in cattedra grazie ad una doppietta realizzata contro il Central Division Team ed ha fatto impazzire i fan con la sua grinta ed il sorriso stampato in faccia. Un finale davvero bello e divertente soprattutto per un uomo che, poche settimane prima, aveva vissuto un inferno con le voci di una sua probabile esclusione dall’evento e le tante prese “per i fondelli” per le scarse abilità hockeystiche. Nashville, i tifosi ed i giocatori hanno dimostrato grande affetto a John Scott, che peraltro si porta a casa un bel bottino da $90.000$.

SportFace