Sono terminati i quarti di finale all’ATP Masters 1000 di Madrid, secondo Masters 1000 su terra battuta della stagione. Il tabellone è allineato alle semifinali che, come da pronostico, si preannunciano più che interessanti.
Nel primo match di giornata, Andy Murray batte con relativa facilità Tomas Berdych con il punteggio di 6-3 6-2. Netto il risultato come netta è la superiorità e la supremazia in campo dello scozzese che, da campione uscente a Madrid, si conferma davvero a suo agio sui campi della capitale spagnola. Per Berdych non arriva nemmeno l’ombra di una palla break, così come fu per Simon nel turno precedente, come dato di maggior spessore e a dimostrazione di un dominio mai in discussione del britannico. Risultato che, alla vigilia, non tutti gli addetti ai lavori si sentivano di presagire in quanto Andy non aveva mai battuto il ceco sulla terra battuta, ultimo precedente proprio a Madrid, tre anni fa (quando si impose Berdych in due set). La vendetta è servita.
Per Andy Murray, testa di serie numero due e secondo giocatore al mondo, in semifinale ci sarà la sfida contro il padrone di casa: Rafael Nadal.
Il maiorchino, quattro volte vincitore a Madrid (tre i successi da quando il torneo si disputa sul lento), vince un match prima dominato e poi paurosamente complicatosi per lui, in due ore di gioco per 6-0 4-6 6-3 sul portoghese Joao Sousa. Nadal si avventa sulla predestinata preda (assoluta sorpresa del torneo e bravo a sfruttare il buco in tabellone lasciato da Roger Federer) vincendo i primi 7 giochi del match che facevano pensare a un match non tanto diverso dall’unico precedente tra i due, quello giocato due anni fa a Rio de Janeiro quando Rafa lasciò un solo game al malcapitato avversario. Poi il lusitano riesce finalmente a tenere un game di servizio, a prendere fiducia, e la partita inizia a equilibrarsi. Complice una chiusura del tetto retrattile (sul 3-2 e vantaggio con palla break Nadal) che ha interrotto il match per più di 10 minuti, la mente di Rafa sembra oscurarsi come il cielo di Madrid e Joao, dopo aver salvato quelle pericolose palle break, piazza addirittura il primo break del set nel nono game, chiudendo poi il parziale in suo favore per sei giochi a quattro. Come era inevitabile aspettarselo vista la qualità di gioco espressa negli ultimi due “tornei rossi”, Rafa sistema l’assetto del suo motore e torna a giocare con maggiore regolarità e incisività specialmente nell’ottavo game quando piazza l’unico e decisivo break del set: 5-3 e poi 6-3, grazie anche a un dritto a sventaglio “stile Nadal” a chiudere sul match point. In semifinale, allora, ci sarà il rematch della finale di dodici mesi e anche della recente semifinale di Montecarlo.
Sul secondo campo per importanza, quello intitolato alla grande Arantxa Sanchez, il giapponese Kei Nishikori batte l’australiano Nick Kyrgios con il punteggio di 6-7(6) 7-6(1) 6-3.
Come accaduto nella semifinale di Miami quest’anno, Nishikori riesce a contenere la potenza esuberante di Kyrgios, autore comunque di un grandissimo torneo. Questa volta, a differenza di quanto accaduto in Florida, il giapponese è costretto a recuperare anche un set di svantaggio. I primi due set sono tiratissimi, le palle break si contano sulle dite di una mano, e il tie-break è il giusto epilogo per entrambi i set dove chi ribatteva raccoglieva le briciole o poco più. Il primo tie-break lo vince l’aussie per 8 punti a 6, il secondo tie-break è invece un assolo nipponico (7-1 per il giocatore di Shimane). Nel terzo, Kyrgios sembra accusare un po’ di fatica e inizia a innervosirsi fronte a un giapponese versione martello pneumatico da fondo. L’ultima chance di rientrare per Nick (che subisce l’unico break dell’incontro nel quarto game del set) c’è sul 4-2 quando però quest’ultimo non riesce a sfruttare l’occasione (addirittura tre le palle break). Poi il match segue l’ordine dei servizi fino al 6-3 finale dopo due ore e mezza di tennis ad alto livello.
Nell’ultimo quarto di finale, appena concluso, sul “Manolo Santana” ancora con tetto chiuso causa maltempo Novak Djokovic si conferma cannibale e batte Milos Raonic con il punteggio di 6-3 6-4. “Nole” vince il tredicesimo e il quattordicesimo set consecutivo contro il canadese (dalla semifinale del Foro Italico 2014 quando Milos riuscì a strappare al serbo il primo set dell’incontro, per ora l’unico mai vinto contro di lui). Nonostante le ottime percentuali al servizio del canadese, è un Djokovic chirurgico che breakka il suo avversario alla prima palla break disponibile, nel sesto game fino a chiudere 6-3 il parziale. Dopo il break nel primo game del secondo set a favore di Djokovic, nel secondo set le chance per chiudere in maniera più netta il discorso ci sono, ma il serbo non riesce ad ammazzare la partita non sfruttando qualche pericolosa (per Milos) palla break. Alla fine è comunque 6-4, portando fino in fondo il break iniziale e tentennando solo nell’ultimo game quando il serbo è costretto ad annullare due palle break. Dopo un’ora e 44 minuti di gioco Djokovic torna in semifinale a Madrid raggiungendo Nishikori (con il quale è avanti 7-2 nei precedenti) e lo fa senza concedere neppure un set nella sua strada madrilena.
Domani in campo le semifinali, si parte alle ore 13.00 quando sul campo centrale scenderanno in campo Rafael Nadal e Andy Murray. Non prima delle 20.00 (a seguire della finale femminile tra Halep e Cibulkova) Djokovic contro Nishikori. Sarà supersfida serbo-spagnola in finale?
Risultati dei quarti di finale
[2] A. Murray bt. [8] T. Berdych 6-3 6-2
[6] K. Nishikori bt. N. Kyrgios 6-7(6) 7-6(1) 6-3
[5] R. Nadal bt. J. Sousa 6-0 4-6 6-3
[1] N. Djokovic bt. [11] M. Raonic 6-3 6-4