Justin Gimelstob, ex numero 63 al mondo americano e adesso membro dell’Atp Board of directors, è stato intercettato da Sportface durante le Next Gen Finals di Milano in corso al polo fieristico di Rho. “Un torneo davvero entusiasmante – ha affermato – era una sfida essendo alla prima edizione ma l’evento è eccellente. Mi piacciono le innovazioni, il format ridotto, l’hawk-eye, lo shot clock e poi c’è tanta competizione: penso che la gente si stia divertendo”. Cosa avrebbe pensato Gimelstob da giocatore? “Bisogna trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione ma è una buona opportunità per provare queste regole non essendoci punti in palio ma in un torneo comunque altamente competitivo” .
La pensa allo stesso modo anche Richard Krajicek, ex numero 4 al mondo e campione a Wimbledon nel 1996: “Mi piace molto il complesso, sulle regole non mi convince particolarmente il “no-ad” – ha confessato – Credo sia bello l’hawk-eye ma mi piace anche il challenge perché coinvolge maggiormente giocatori e pubblico. Per questo motivo forse tornerei ai giudici di linea ma in generale è tutto davvero molto bello: la musica, l’entrata dei giocatori e il riscaldamento breve, fosse per me durerebbe solo un minuto e poi via alla partita”. Un pensiero infine sul rettangolo di gioco senza gli out che rievocano i Masters degli anni ’90: “Credo dia molto più risalto al campo, per questo mi congratulo con gli organizzatori e con l’Atp, hanno fatto un ottimo lavoro con questo evento”.
L’intervista completa a Gimelstob
L’intervista completa a Krajicek