Serie A

L’Atalanta ora vince anche le partite sporche: la Roma non sfigura, ma è a +2 sulla zona retrocessione

Atalanta
Atalanta - Foto Domenico Cippitelli/IPA Sport

Otto vittorie di fila, il secondo posto in solitaria, la capacità adesso di vincere anche le partite sporche: l’Atalanta non può più nascondersi e infatti non si nasconde, vincendo anche in casa della Roma e dimostrando di aver raggiunto un livello spaventoso. A un punto dal Napoli capolista, con Gasperini in tribuna e per giunta sbloccando un match complicatissimo con il coraggio di stravolgere l’attacco, togliendo il trio delle meraviglie Retegui-De Ketelaere-Lookman e affidandosi a Samardzic, Zaniolo e Brescianini. Una superiorità, che a questo punto, è data anche dalla capacità atletica e dal fatto che chi subentra sia perfettamente calato nella parte, eppure anche i capitolini possono uscire paradossalmente soddisfatti dal terreno di gioco, forse un po’ nervosi per il gol con esultanza sfrenata dell’ex Zaniolo. I giallorossi, infatti, non sfigurano affatto e danno continuità rispetto al Tottenham con la cura Ranieri che potrà dare i propri frutti contro le squadre più deboli di Napoli e Atalanta. Anche perché, i prossimi saranno scontri diretti, visto che la Roma ha tredici punti, è quindicesima e ha solo due lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione.

La prima occasione della partita è di Leandro Paredes, che al 4′ trova lo spazio per il tiro da fuori area e lo prova, ma scalda i guantoni di Carnesecchi. Lo imita al 13′ Kone che avanza palla al piede e lascia partire un destro secco che fa la barba al palo con il portiere bergamasco immobile. L’Atalanta è pericolosa al 30′: Ederson crossa in area, dove De Ketelaere vince il duello aereo con Angelino senza dare forza al pallone: Svilar blocca. È Gasperini (squalificato, in panchina c’è Gritti) il primo a fare cambi: fuori Retegui e Ruggeri, dentro Samardzic e Cuadrado. Ranieri risponde con l’ingresso di Shomurodov che prende il posto di Dovbyk, mentre poco dopo in casa bergamasca scatta l’ora di un fischiatissimo Zaniolo e di Brescianini (con Lookman e De Ketelaere richiamati in panchina).

È un episodio a sbloccare il risultato: al 69′ De Roon calcia dalla distanza, ma ad essere decisiva è una deviazione di schiena di Celik che spiazza completamente Svilar. Piove sul bagnato in casa Roma che in pochi minuti perde sia Hummels che Cristante per infortunio. Ranieri (che poco prima aveva fatto entrare Saelemaekers) inserisce El Shaarawy e passa alla difesa a 4, poi aumenta il peso offensivo con Soulè. È Mancini al 76′ ad avere la palla dell’1-1, ma il difensore arpiona un cross e sotto porta non riesce a ribadire in rete. Ed è una deviazione del numero 23 all’89’ a correggere in rete il colpo di testa di Zaniolo, che firma il gol dell’ex sugli sviluppi di un corner. L’ultima beffa per una Roma che si ritrova ora a guardarsi le spalle mentre la Dea continua a sognare in grande.

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