Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è accusato di autoriciclaggio dalla Procura di Roma, che oggi ha chiuso l’indagine sul numero uno della Federcalcio, così come apprende l’Ansa da fonti qualificate. Questo vuol dire che Gravina, da pochi giorni ufficialmente ricandidato alla guida del calcio italiano, potrebbe pertanto andare a processo.
I pm romani hanno provveduto con la chiusura del procedimento che vede indagato Gravina fin dal marzo del 2023, su impulso della Procura nazionale Antimafia che indagava sui presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia sull’attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano. L’indagine su Gravina ha riguardato presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi. Titolare del fascicolo d’indagine è il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che potrebbe procedere con la richiesta di rinvio a giudizio oppure archiviare.
Di recente, il tribunale del Riesame aveva inoltre rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140.000 euro nei confronti del presidente della Federcalcio, che dunque non si è verificato.
“Attendevamo da tempo che terminassero le indagini per poter finalmente dimostrare l’assoluta infondatezza dell’ipotesi di reato”, dichiarano gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione, legali di Gabriele Gravina: “Il Presidente Gravina è totalmente estraneo a qualsivoglia condotta illecita e tanto gli consente di confidare serenamente nell’accertamento dell’autorità giudiziaria”.