Rimaneggiata, sì, ma con una rosa comunque forte e nettamente superiore al Lecce: la Juventus con tante assenze sperava comunque di cambiare marcia e tornare alla vittoria dopo due scialbi 0-0 comunque contro avversarie come Milan e Aston Villa, invece puntualmente arriva un pareggio, l’ottavo in quattordici partite di Serie A a fronte di sei vittorie e di un’imbattibilità che però adesso comincia a stare stretta. E dunque, sesto posto e pareggite per una Juve imbrigliata anche al Via del Mare, dove i padroni di casa giocano un secondo tempo d’altri tempi, di grande personalità come vuole Giampaolo e anche di qualità, e alla fine riescono a pareggiarla in pieno recupero con Rebic, il cui atteggiamento dal suo ingresso in campo è manifesto della nuova gestione tecnica, che in pochi giorni ha già inciso tanto.
E Thiago Motta spera di fare lo stesso: fin qui si intravedono cose molto positive, ma non è abbastanza per alzare l’asticella. I risultati sono peggiori rispetto all’ultimo Allegri, il gioco non è migliorato, la personalità e la voglia di dare un’impronta alla partita sì, ma soltanto a corrente alternata. Le assenze pesano, è chiaro, ma non possono giustificare un’altra partita scialba, in cui il gol potenzialmente decisivo per la vittoria stava arrivando con un tiro deviato dalla distanza.
Un pareggio da digerire e metabolizzare per la Juventus, che deve ancora una volta rallentare e scivolare nuovamente a -6 dal Napoli che per ora veleggia al comando della classifica senza rubare l’occhio, ma trovando con solidità i tre punti. Motta resta al sesto posto e perde una grande occasione, quella di riportarsi sulla Lazio e di restare pienamente nel gruppone che si sta giocando i piazzamenti che contano. Il tutto, in attesa di intervenire sul mercato a gennaio, visto che un vice Vlahovic e un difensore centrale servono come il pane.