“Alessandro Del Piero è una figura che non si discute dal punto di vista della qualità della persona, ha dimostrato di saper esprimere qualità non soltanto in campo ma anche fuori. Il meccanismo elettivo ha regole che non possono essere modificate o turbate, quindi da parte mia mi fermo al giudizio sulla persona. È giusto che il sistema federale trovi la risposta per i prossimi quattro anni attraverso l’identificazione di una persona e che deve concretizzarsi con un programma da realizzare”. Così il ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a margine della sesta edizione dello “Sport Industry Talk” organizzato da RCS Academy a Roma: “Da qualche giorno mi aspetto un segnale dalle istituzioni del mondo del calcio perché non venga sottovalutato il tema e che la federazione prenda una posizione perché la giustizia sportiva non è un doppione di quella ordinaria. Ne ho parlato anche con i vertici federali. Non mi aspetto sanzioni, ma le norme federali e sportive prevedono che non ci siano rapporti, soprattutto di questo tipo, tra tesserati e delinquenti sotto forma di tifosi”.
In mattinata, in merito al suo ‘Non mi aspetto sanzioni’, il ministro Abodi ha voluto precisare quanto segue: “In merito all’inchiesta di Milano sulle curve di Milan e Inter, tengo a specificare che il ‘non mi aspetto sanzioni’ è riferito al fatto che sarà la giustizia ordinaria e sportiva, nella differenza dei ruoli e degli ordinamenti, a valutare i fatti emersi e quindi, eventualmente, a emettere provvedimenti e sentenze e a comminare sanzioni. Ribadisco che le norme federali prevedono che non ci siano rapporti impropri tra tesserati e tifosi, figuriamoci con i delinquenti. Le norme federali, come quelle dello Stato, si applicano sempre, ovunque e per tutti”.
Sulle istanze della Lega Serie A: “Ho invitato la Lega Serie A ad assumere una dimensione industriale e a essere coraggiosa. La legge Melandri verrà riproposta e verrà riscritta perché sono passati tanti anni, è cambiato il mondo della tecnologia e il modo con il quale si producono e distribuiscono i contenuti. È cambiato il modello di relazione tra il titolare dei contenuti e il cliente finale, credo alla disintermediazione: penso che il titolare debba arrivare il più vicino possibile a chi usufruisce dei contenuti. Non è solo una forma di rispetto, ma anche di patrimonializzazione del contenuto. Si può fare un salto di qualità e scoprire il valore del calcio italiano nel mondo che oggi è sacrificato. Tre anni fa c’è stato il tentativo di esperienza con i fondi, penso sia stato giusto riflettere su quell’ipotesi, mentre ritengo invece una sconfitta che dopo quel ‘no’ nulla sia stato fatto. Oggi ci troviamo di fronte a tante difficoltà andando in giro per il mondo con il nostro calcio che non è pienamente apprezzato. Bisogna saper correre, conoscendo la direzione di marcia”.
Infine, sul suo operato: “Accuse di ingerenza nello sport? Siamo in una dimensione intrigante, perché se non te ne occupi, ti criticano per questo, se te ne occupi sei troppo intraprendente: è difficile trovare una via di mezzo. Sento il dovere di non sprecare tempo dopo aver stimolato il sistema sportivo a riformarsi. Tutto quello che ho fatto è stato per il bene dello sport. La commissione indipendente va in questa direzione, vogliamo migliorare efficienza, trasparenza e credibilità del modello. Non c’è impresa o settore industriale che non viva di reputazione. Il comportamento è tutto e sento la responsabilità di interpretare questo obiettivo”.