Il 2024 di Elisabetta Cocciaretto non poteva concludersi nella maniera migliore. La stagione della tennista di Ancona si è impreziosita con il titolo conquistato con la spedizione azzurra, Campione del Mondo a Malaga. “Cocci” ha realizzato uno dei sogni più grandi della sua vita, crescendo con la Nazionale di Tathiana Garbin dai momenti bui, passando per le incertezze fino ad arrivare alla gioia del titolo. La quinta Coppa del Mondo della storia azzurra si incastra in una stagione di alti e bassi, tra cui spiccano il WTA 125 conquistato a Charleston e i quattro turni disputati al Roland Garros, suo miglior risultato a livello Slam. Cocciaretto ha chiuso l’anno da numero 53 del mondo, 24 posizioni indietro rispetto al best ranking, con 27 vittorie nel Tour.
Rientrata a casa con la coppa tra le braccia, Elisabetta si è presa l’affetto della sua gente, che si congratula con lei e la saluta durante la conversazione telefonica avvenuta per questa intervista esclusiva a Sportface. Ora le aspetta un periodo di riposo e recupero da alcuni acciacchi che hanno compromesso il suo unico match giocato nella fase finale di Billie Jean King Cup, prima di ripartire con la preparazione verso il 2025. Nella prossima annata le aspettative saranno ancora più alte, con il movimento femminile che conferma la sua crescita sportiva e mediatica. Ne è un esempio valido esempio l’audience da record registrata su SuperTennis nel giorno del tie mondiale tra Italia e Slovacchia: il successo di Jasmine Paolini su Rebecca Sramkova è stato visto in media da 490.205 spettatori, con uno share del 4,8%, un record assoluto per la categoria.
Alcuni giorni dopo si ha tempo per realizzare. Come ci si sente da campionessa del mondo?
“In realtà, come spiegavo in privato a Tathiana Garbin, non sono riuscita ancora a realizzare appieno quanto accaduto. Vincere la Billie Jean King Cup è un sogno che ho da quando sono piccola, e vale molto più di altri ottimi risultati conquistati in singolare. Sono dispiaciuta per non aver dato il contributo che volevo negli ultimi due atti, ma penso che rimanere in panchina sia stata la scelta giusta visto che non stavo bene. Sono molto contenta di come abbiamo vissuto questa settimana”.
Nel tuo primo match delle Finals di BJK perdi in rimonta da Ena Shibahara. Hai temuto di aver compromesso il percorso della squadra?
“È stato un peccato perché ero avanti 6-3 4-3 e ho avuto chance per chiudere il match. Sono stati giorni difficili, venivo da alcuni acciacchi fisici e l’incontro mi ha provocato una contrattura. Naturalmente ero molto dispiaciuta per non aver portato il punto in quell’occasione, ma per fortuna la settimana si è conclusa bene. Non esagero quando dico che questa è stata l’emozione più grande della mia vita, non è paragonabile alle soddisfazioni ottenute in singolare”.
Questa squadra non ha sempre goduto della fiducia che c’è oggi. Com’è stato affrontare i momenti più critici?
“Confermo, non sempre le persone hanno creduto in noi. Poi è normale che ognuna la viva in maniera diversa e reagisca in un certo modo. Senz’altro non ci ha aiutate essere paragonate alla generazione precedente che ha fatto la storia del tennis italiano. Siamo state brave a crescere sia singolarmente che come squadra. Non parlo solo della vittoria del 2024; ho nitidi i ricordi della Serie C giocata a Tallinn, passando per la Romania e tutto il resto. È stato un percorso lungo che ci ha portate a questo successo”.
Dovessi raccontare questa settimana tra vent’anni attraverso un’immagine, quale sceglieresti?
“Mi rendo conto che sia un po’ banale, ma il frame che sceglierei è quello sul palco con tutta la squadra e Billie Jean King. È stata un’emozione enorme, il coronamento di un sogno che hanno tutte le professioniste. Mi sono goduta tantissimo quegli attimi e non li dimenticherò mai”.
Oltre la coppa, sono arrivate le iconiche giacche blu per le vincitrici.
“Quello è stato un momento molto divertente. Ci sono piaciute tantissimo le giacche blu che ci hanno consegnato, al punto che le abbiamo tenute per tutta la serata anche una volta finiti gli impegni post match. È un cimelio che conserverò gelosamente”.
Tralasciando per un momento l’ultima vittoria. Come valuti il tuo 2024?
“Per me è stata una stagione di insegnamenti. Ho avuto tanti alti e bassi, dovuti anche a un po’ di sfortuna. Durante la stagione su erba ho sofferto di una polmonite e questo ha compromesso l’ultima parte dell’anno. Tolto questo, non ero mai riuscita a chiudere una stagione completa sul cemento americano e asiatico. Sono contenta di averlo fatto e ora so cosa mi serve per migliorare ancora”.
Quali sono i piani per arrivare al meglio nel 2025?
“Ho ancora qualche giorno di riposo, poi cominceranno cinque settimane di preparazione in vista del prossimo anno che comincerà dalla trasferta australiana”.
Nel libro “Lemon Bowl, storie di vita e di tennis” racconti di come papà si complimenti con te più per gli studi che per i risultati tennistici. Che messaggio hai ricevuto stavolta?
“Di solito papà scrive i suoi migliori messaggi quando prendo un 30 all’università (Cocciaretto studia Giurisprudenza, n.d.r.), ma in questo caso non c’è stato paragone. Prendere un buon voto nel proprio percorso di studi è bellissimo, ma questo risultato sportivo supera tutto. Tra l’altro avevo dato un esame poco prima di Malaga e me ne aspetta un altro prima di Natale. Con l’università sono più che a metà strada, ma per laurearmi ci vorranno ancora quattro o cinque anni. L’obiettivo da quel punto di vista è raggiungere questo traguardo prima di chiudere la mia carriera professionistica”.