Si chiama Milan-Juventus, si legge Kalinic-Higuain. Una visione semplicistica delle cose, una semplificazione troppo superficiale, ma alla fine le grandi partite le decidono i grandi giocatori, i grandi attaccanti. La Juventus ha in rosa uno dei più forti del Mondo, il Milan no. E la partita prende la piega bianconera.
IL DESTINO DEL FUORICLASSE – Buffon una settimana fa, dopo Udinese-Juventus finita 2-6, aveva avvisato tutti: “A Vinovo bisogna fare rivedere la prestazione di Gonzalo Higuain” che quel giorno non aveva segnato, ma si era fatto in quattro per la squadra sopperendo all’inferiorità numerica per settanta minuti di partita. Oggi ha deciso una partita pesantissima con due grandissimi giocate: il primo gol lo fanno solamente pochissimi eletti, una coordinazione, una potenza e una precisione che da tanto mancavano al bomber argentino. Ma nel momento decisivo Gonzalo risponde presente perché i fuoriclasse e i campioni si vedono soprattutto da questo. Nella ripresa una splendida finta di Dybala e un altro destro che bacia il palo e trafigge Donnarumma mettendo in ghiaccio il risultato.
KALINIC SBATTE SULLA TRAVERSA – Tutto il contrario di quello che succede a Nikola Kalinic che, forse, ha avuto più occasioni di Higuain ma alla fine non è riuscito ad essere decisivo. Emblematica l’occasione a fine primo tempo con l’attaccante croato che si trova a tu per tu con Buffon e si fa ipnotizzare dal numero uno bianconero che con un’uscita a valanga riesce ad alzare la palla sulla traversa. A Kalinic è mancato il guizzo da fuoriclasse. Il calcio può essere letto, analizzato e sviscerato in tantissime chiavi di letture. Oggi, per spiegare questa partita, serve il pragmatismo: il Milan perde, la Juventus vince grazie al dislivello dei due attaccanti principali. Kalinic ha fatto lo studente timido, Higuain è salito in cattedra. E Milan-Juventus è finita 0-2.