Quel che ancora non si è capito è chi dei due va tutelato: il 58enne Mike Tyson sul ring diciannove anni dopo l’ultima volta? O il 27enne Jake Paul, pugile alle prime armi, chiamato a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi più pericoloso della storia della boxe? Nel dubbio la Texas Department of Licensing and Regulation, per il match di stanotte sul ring dell’AT&T Stadium di Arlington, ha previsto regole severe: otto round da due minuti, guantoni da 14 once, più imbottiti quindi di quelli classici da 10. Il match sarà professionistico ed è ufficialmente autorizzato, ma è tutto studiato per evitare che il finale sia da film dell’orrore. Allo stesso tempo però non sarà un’esibizione: teoricamente lo spettacolo dovrebbe essere diverso da quello del 2020 quando Tyson e Roy Jones jr diedero vita ad una timida sessione di sparring sul ring.
Quello contro Jake Paul sulla carta sarà quindi il 57esimo match da professionista della leggendaria carriera di Iron Mike, che fin qui ha collezionato cinquanta vittorie e sei sconfitte. Nel mezzo il record di campione più giovane della divisione regina, il titolo di re indiscusso della categoria, ma anche i tanti eccessi dentro e fuori dal ring. Dice che non lo fa per soldi, ma è difficile credergli. La borsa d’altronde è ricchisssima: 40 milioni per entrambi, sufficienti per far vacillare chiunque. Guadagneranno meno gli altri pugili sul ring, ma ne beneficeranno in popolarità. A partire dal nostro Armando Casamonica, che sfiderà l’imbattuto Lucas Bahdi, fino alle regine del pugilato femminile, Katie Taylor e Amanda Serrano (rappresentata proprio da Jake Paul e dalla sua organizzazione di promotion), pronte a dare vita alla rivincita più attesa (fu l’irlandese a vincere il primo match nel 2022) dei superleggeri. Saranno loro le protagoniste del co-main event della serata.
Poi toccherà a Tyson e Paul. Difficile fare pronostici, forse persino fuori luogo. E la dice lunga il fatto che sette stati degli USA abbiano deciso di bloccare le scommesse sull’evento. A Tyson basta un colpo per chiudere il match. Tutti lo sanno, anche Paul. Ma c’è da considerare il contesto: solo pochi mesi fa il 58enne è stato ricoverato in ospedale dove gli è stata riscontrata un’ulcera, mentre nel 2022 è stato immortalato in sedia a rotelle per una forma di sciatica. Sui social l’ex campione del mondo dei pesi massimi pubblica video in palestra in cui non rinuncia ad allenarsi e appare in forma, ma la boxe è pericolosa a qualsiasi età, figuriamoci alla sua. L’evento di stanotte rischia di guastare record e reputazione di uno dei pugili più iconici della storia. Persino in conferenza stampa Tyson è sembrato a disagio mentre un cronista incalzava Paul: “Quando possiamo aspettarci che tu inizi a combattere contro grandi pugili della tua classe di peso?”, la domanda. “Idiota”, la risposta, unita ad un’altra provocazione: “Pensi che Tyson non sia un pugile serio?”. Il tutto mentre Iron Mike, silenzioso e imbarazzato, osservava la scena.
Paul ha comunque tanti meriti e quel che sta facendo per il pugilato femminile è degno di nota. Fu lui ad organizzare con la Matchroom il match tra Taylor e Serrano, il primo incontro femminile di boxe a fare da copertina ad un evento del Madison Square Garden. E se la boxe ora sbarca su Netflix, con tutto ciò che ne consegue, è anche merito suo. Tra Stranger Things e Dark, l’intrattenimento in streaming abbraccia anche la boxe. Molti lo criticano, tutti lo guarderanno. D’altronde tanti pugili lo hanno detto più volte: ben vengano le star se portano visibilità alla nobile arte. Ben venga McGregor contro Mayweather, come Ngannou contro Joshua. Ben venga quindi anche Mike Tyson a 58 anni sul ring. Il rischio però è di alzare sempre più l’asticella della bizzarria e di perdere il senso della misura. Per il gusto della visibilità, questo e altro, direbbero ora in Texas: fino a quando Iron Mike non penetra la guardia.