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Giocare bene non basta, questo Sinner va sconfitto due volte

Jannik Sinner, ATP Finals
Jannik Sinner, ATP Finals - Foto Antonio Fraioli

DA TORINO

Nella serata di Torino, Taylor Fritz gioca bene, molto bene. Ma contro il numero 1 del mondo, Jannik Sinner, di questi tempi non basta. Non serve solo una partita perfetta: ne servono due. Un concetto mai vero così come dopo la conclusione della sfida valida per il gruppo Nastase delle Nitto ATP Finals 2024, vinta 6-4 6-4 dall’azzurro.

Per tenere testa a Sinner bisogna essere impeccabili dall’inizio alla fine, sfruttare ogni minima chance e sperare che lui abbia un momento di debolezza. Se questo compito viene svolto con successo, bisogna far sì che ciò si ripeta nei punti decisivi, con mano ferma e magari un piccolo cedimento di Sinner. Tante partite si decidono su pochi punti: a volte con andamento casuale, ma spesso sono i campioni a fare la differenza. Non è un caso che Sinner sia il numero 1 del tour per percentuale di palle break convertite, con il 73.6% prima di questo match. Né lo è che Fritz, 40° nel circuito con il 38.8% per conversione di palle break, abbia mancato l’unica occasione del primo set. L’ATP riassume questa abilità nel “under pressure rating”: Sinner 1° con 258.8, Fritz 22° con 223.4.

Ma c’è di più in questa partita, che si è distinta per l’ottimo livello negli scambi da fondocampo. Qui Sinner è stato molto efficace con il dritto lungolinea e, pur non trovando sempre la soluzione vincente, ha integrato bene le palle corte su cui tanto ha lavorato. Fritz, d’altro canto, ha dovuto mantenere dritto e servizio al massimo, evitando la diagonale di rovescio per non soccombere nello scambio prolungato. In gran parte ci riesce, ma al prezzo di errori non forzati nelle fasi iniziali dello scambio: ben 16 quando il punto va sotto i 4 colpi. Un sacrificio necessario, perché quando si va sul ritmo molto spesso è Jannik a prevalere sullo scambio prolungato. È stato così in passato e nel primo set di Torino, leggermente meno nel secondo parziale. 

Anche le percentuali di servizio pesano. Fritz, per velocità, lavorazione ed efficacia, serve la prima meglio di Sinner (208 km/h vs 202 km/h la velocità media), ma sulla seconda la qualità dell’americano svanisce e in termini di velocità media Jannik serve leggermente meglio (169 km/h per Sinner vs 167 per Fritz). Qui la differenza si fa con la qualità in risposta e l’altoatesino costringe molto spesso Fritz a giocare in difesa, portandolo a vincere solo 10 punti su 26 con la seconda. Sinner invece ne conquista 16 su 27. Un’ulteriore conferma che a Fritz un partita all’altezza non può bastare, perché nel “secondo match” è stato dominio di Sinner. 

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