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Pallone d’Oro 2024, Rodri: “Per me è un sogno. Rispetto la decisione del Real, ma non mi sarei comportato così”

Rodri
Rodri pallone d'oro - Foto Gao Jing/Xinhua/ABACAPRESS.COM

Quando ho sentito George Weah pronunciare il mio nome, ho nascosto il viso tra le mani, non potevo crederci. Ho guardato la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi e poi ho provato con tutte le mie forze ad arrivare sul palco con le mie stampelle. Per me è un sogno”. Il Pallone d’Oro Rodri in un’intervista a L’Equipe racconta le sue emozioni dopo la conquista dell’ambito premio. Una giornata, quella dell’assegnazione, condizionata dalla diatriba che ha visto protagonisti Vinicius e il Real Madrid. “Se ho pensato di non andare perché era certa la vittoria di Vinicius? No, per niente. Quando il tuo valore viene riconosciuto ad altissimo livello, che tu abbia vinto o meno, è bello essere presenti. È importante sapere come vincere, ma anche sapere come perdere. E poi con il mio lungo infortunio e la riabilitazione, questo evento è stato come una boccata d’aria fresca. Quindi quando ho deciso di andare è stato soprattutto per godermi questa magnifica serata. Poi, all’improvviso, tutto è diventato pazzesco”.

“Ovviamente avrei preferito che i miei ‘avversari’ fossero presenti. Mancava il secondo, il terzo, il quarto, ecc. Vogliamo che tutti i migliori giocatori del pianeta siano presenti in una serata come questa. La migliore squadra dell’anno (Real Madrid) non ha partecipato alla cerimonia, nonostante siano stati incoronati il miglior allenatore (Carlo Ancelotti) e il capocannoniere a pari merito (Kylian Mbappé e Harry Kane con 52 gol). Rispetto la decisione di tutti, anche se non mi sarei comportato allo stesso modo. Ma ognuno fa quello che vuole”, ha aggiunto il centrocampista spagnolo.

“Questo Pallone d’Oro vinto è per tutti quelli che giocano nelle mie squadre. È il frutto delle nostre vittorie nelle ultime stagioni, è per questo che non voglio dimenticare nessuno concentrandomi su uno più che sugli altri. Nel mio caso ancora di più, perché un centrocampista come me può sperare di emergere solo se la sua squadra vince tanti trofei, è così che vedo il calcio. E Guardiola è il migliore. È stato il mio mentore, mi ha aiutato a diventare la migliore versione di me stesso”, ha concluso.

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