“Innanzittutto le parole del presidente a) non le ho lette, b) qualsiasi cosa abbia detto, io penso che un allenatore non debba mai commentare ciò che dice il proprio presidente, bisogna ascoltare e andare avanti. Non c’è da fare nessun commento. Il presidente l’ho visto la settimana scorsa, non mi ha detto niente, se poi ha detto altro di diverso. Sono considerazioni che ha fatto il presidente, non commenterò mai le parole del presidente, sia adesso che in futuro. E’ a capo di tutto ed è giusto esprima il suo pensiero. Io sono al di sotto del presidente”. Lo ha detto l’allenatore del Napoli, Antonio Conte, in conferenza stampa a due giorni dal match contro l’Inter: “Sono 3 punti importanti, ma sono sempre 3 punti, è inevitabile che affrontiamo una squadra che oggi, per tutto ciò che ha dimostrato, bisogna riconoscerlo è la squadra più forte, hanno lavorato benissimo ed oggi sicuramente si mettono in una posizione un po’ più alta rispetto a tutte le altre antagoniste. Va dato merito a loro, hanno fatto sicuramente un bellissimo lavoro dai dirigenti all’allenatore ai calciatori, sono cresciuti tutti in maniera esponenziale. Però sono 3 punti per loro e 3 punti per noi, non andiamo a San Siro per sventolare bandiera bianca prima ancora di iniziare, andiamo convinti di giocarci le nostre carte, poi vedremo cosa accadrà. Noi stiamo preparando la partita in maniera importante, come facciamo sempre, con l’ambizione di giocarcela, mica andiamo là a lasciare i 3 punti prima ancora di giocare. Sarà un importante test, ci misureremo con la migliore del campionato e sarà importante anche per capire che tipo di progressi stiamo facendo. Non dimenticate che ci arriviamo da primi in classifica, può dire tutto o può dire niente, l’obiettivo è di rimanere in testa alla classifica fine della partita”.
Sul ritorno al Meazza da avversario dell’Inter: “Fa sempre un certo effetto dove si è lavorato, duramente. Torni indietro nel tempo, è inevitabile che riaffiorino alla mente tante cose, tanti episodi. Sicuramente un bell’effetto tornare dove comunque ho lavorato. Sono stati due anni felici per me. Nel primo siamo arrivati secondi, abbiamo perso la finale di Europa League, nel secondo anno abbiamo vinto lo scudetto. Di sicuro è stata una bellissima esperienza che porto dentro di me, così come tutte quelle esperienze passate mie, perché le ho sempre vissute al massimo”.
Infine, sulla ricostruzione e la crescita del club sotto ogni aspetto: “E’ giusto dare uno stop sul tema della ricostruzione altrimenti diventiamo mono-tematici. Noi ciò che stiamo facendo è un percorso che prevede diversi step, bisogna comunque dare tempo per raggiungerli questi step. Non è che da oggi al domani ed esce il centro sportivo o lo stadio come funghi. Ci vuole tempo, ma non vedo tutta questa pazienza da parte vostra di aspettare. Il centro sportivo mica posso mettermi io a fine allenamento a costruirlo con gli allenatori. A chiacchiere è semplice, ma è più difficile realizzarlo. Non so tra 5, 10, 2, 7 anni, ma sarebbe importante comunque partire. Capisco che Napoli è una piazza molto impaziente”.