Calcio

Figc, Gravina: “Vedo un piccolo cambiamento. Ricandidatura? A giorni scioglierò la riserva”

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina - Foto Emmanuele Mastrodonato / IPA Sport / IPA

“La mia forza è legata alla capacità di trasmettere serenità in termini di prospettiva a tutte le componenti, che hanno grande fiducia perché stiamo lavorando per rilanciare un settore che fino a qualche anno fa viveva un periodo di grande difficoltà, un progetto che trova riscontri in tante componenti. La Lega di A comincia a rendersi conto che forse non tutto quello che è stato detto negli ultimi due/tre mesi è sbagliato. Mi sembra di aver visto che un piccolo cambiamento c’è stato, considero quella di oggi una data fondamentale per il calcio italiano”. Lo ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al termine dell’assemblea statutaria straordinaria odierna. Il riferimento è ai dodici club di Serie A che si sono astenuti nel corso delle votazioni della proposta del presidente, invece di esprimere voto contrario.

“Mi sto dedicando al futuro del calcio italiano, quello mio è personale e riguarda la mia vita, scioglierò la riserva tra qualche giorno, non appena avremo messo a punto un confronto politico con tutte le parti del calcio italiano. Perché il presidente della Federcalcio non è un autocandidato, ma deve essere una persona che viene considerata dalle componenti in grado di poter guidare il calcio italiano”. “Ho pagato un prezzo altissimo in questi sei anni, non ho paura – ha aggiunto -. C’è un po’ di amarezza e rabbia, ma sotto un profilo emotivo sono sereno. Non è normale essere un bersaglio quotidiano di nefandezze sottobosco. Alla platea ho lanciato un alert, perché nel calcio girano soggetti che sono molto dediti ad argomenti extra”.

“Pensare che una Lega possa credere di risolvere i suoi problemi con un consigliere in più o in meno o una percentuale in più o in meno è veramente superficiale come approccio. Credo che tutti insieme dobbiamo pensare che il calcio italiano ha bisogno di altro”. Lo ha poi detto in conferenza stampa il presidente della Figc dopo l’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto federale. “Ma come mai tutto questo accanimento e tenacia che noi abbiamo riscontrato su questa percentuale non è stata riversata in maniera produttiva su quegli argomenti sui quali mi batto da sei anni, senza trovare qualcuno al mio fianco – si chiede Gravina -. Quelli sono i problemi risolutivi del calcio italiano. Ho sentito diverse volte anche alcuni presidenti, uno su tutti Cairo, dire che bisognava aumentare le risorse per il calcio italiano. Io mi batto, ma perché non c’è nessuno?”

“Gli slogan fanno bene a tutti, ma bisogna stare attenti nel rivendicare ciò che spetta al calcio italiano. Sono sei anni che parlo di tax credit, che vale in alcuni settori. Lo sport è cultura: non capisco perché alla cultura sì e al calcio no? – aggiunge Gravina -. E sugli stadi non abbiamo chiesto contributi, ma di sburocratizzare le procedure per l’attività di investimento nelle infrastrutture. Poi abbiamo chiesto l’1% sulle scommesse che è un diritto collegato alla tutela del diritto d’autore e che vale in tanti paesi europei. Ci stiamo battendo su questo, ma non sento una voce. Vuol dire che interessa la percentuale e il potere, ma il potere non porta alla soluzione dei problemi”.

 

SportFace