Tre punti e il secondo posto, il -1 dal Napoli prima dello scontro diretto in casa, e una sfida fondamentale sempre in casa – in un particolare terzetto di partite interne nel giro di otto giorni – in champions contro l’Arsenal. Sulla carta, è una grande serata per l’Inter, in realtà qualcosa ancora non quadra e Simone Inzaghi lo sa. Alla fine, da grande squadra, arriva la vittoria contro un Venezia coraggioso e a tratti commovente, schiacciato per larghi tratti ma in grado con orgoglio di proporsi con continuità e di collezionare palle gol clamorose come poche squadre hanno fatto al Meazza contro i campioni d’Italia in carica. E alla fine, era arrivato persino il clamoroso pareggio, e non sarebbe stato affatto immeritato, ma il Var con solerzia non ha perdonato il tocco di braccio di Sverko. Un classico finale da Pazza Inter, al termine di una partita un po’ svagata. E allora, è Lautaro Martinez (il capitano non segnava in casa in campionato da febbraio) a dimostrare di essere decisivo anche davanti ai propri tifosi e a firmare il gol-vittoria che consente di dimenticare definitivamente quel 4-4 di una settimana fa, anche se i problemi – contro una squadra più debole, sono comunque emersi: una caterva di palle gol sprecate, alcune concesse e la partita rimasta in bilico. E’ questo il grande neo dell’Inter, un po’ di superficialità e non riuscire mai a chiuderla, nonostante l’enorme valore della rosa e i tanti ingressi lì davanti.
Adesso c’è l’Arsenal in Champions e con una vittoria si puntellerebbe ulteriormente la maxi classifica: contro una big come i Gunners sarebbe anche un grande viatico per la partita che prima della sosta può indirizzare una fetta di lotta scudetto. L’operazione è iniziata e si chiama sorpasso all’ex Conte. Un cenno però lo meritano anche Di Francesco e il suo Venezia: con questo coraggio, ci si salva, con le amnesie difensive e le ingenuità, no. La sensazione però è che ripetendo una partita del genere contro le dirette concorrenti, specie al Penzo, si possa provare a racimolare i punti per evitare di tornare in B.