Serie A

Otto gol e un punto a testa, Inter-Juventus 4-4 è uno spettacolo. Alla fine è Yildiz ad illuminare San Siro

Kenan Yildiz, Juventus
Kenan Yildiz, Juventus - Foto Fabrizio Carabelli / IPA Sport / IPA

Oltre ai volti di Yildiz e Thuram, Inter-Juventus 4-4 si porterà dietro la faccia dello spettatore vicino di seggiolino, dei parenti sul divano, dei tifosi da bar dietro ad uno schermo condiviso. Chi l’ha vista, ricorderà sempre dove si trovava e con chi. Perché otto gol in un derby d’Italia non capitano certo tutte le volte. Anzi, come riporta Opta, è solo la terza: prima di oggi era accaduto il 10 giugno 1961 (9-1 per i bianconeri) e il 17 gennaio 1932 (6-2 per i bianconeri). Un pareggio per le due squadre. Una vittoria per lo spettatore neutrale. Un po’ come quel Roma-Inter 4-5 del 1999 con Francesco Totti, Pierluigi Collina e Ronaldo il Fenomeno a fare da frontman ad uno spettacolo indelebile. Oggi non sono mancati svarioni difensivi, ma nel film della partita c’è molto di più: la prestazione ottima dell’arbitro Guida, il poco cinismo dell’Inter sul +2, la svolta firmata Kenan Yildiz, autore della doppietta decisiva in poco più di dieci minuti. E anche la fuga del Napoli, che allunga su entrambe le squadre: +5 sui bianconeri, +4 sui nerazzurri.

La Juventus si presentava a San Siro con un gol incassato in questo campionato. Solo tre squadre prima di oggi avevano subìto al massimo una sola rete dopo le prime nove gare in una singola stagione di Serie A: Inter e Cagliari nel 1966/67 e la Roma nel 2013/14. Contro gli uomini di Simone Inzaghi, i bianconeri ne subiscono tre in un tempo, due delle quali frutto di fragilità difensive, mentre l’altra è opera dell’estro di Mkhitaryan. Nei primi quarantacinque minuti però c’è tanto di più. La Juventus subisce gol dopo 15 minuti, rimonta sull’1-2, ma deve fare i conti con il controsorpasso. Da un lato c’è l’Inter con l’età media più alta (tra titolari e subentrati) in questa Serie A: 29 anni e 255 giorni. Dall’altro, la Juventus è seconda solo al Parma per età media più bassa (24 anni e 252 giorni). A commettere ingenuità in area però sono due calciatori esperti come Danilo e Kalulu. Il primo al 14′ si fa anticipare da Thuram in area e tocca la gamba dell’interista, che cade e spinge l’arbitro Guida a concedere il rigore. Dagli undici metri va Zielinski, che non sbaglia. La reazione però è immediata. Cabal sventaglia per l’inserimento di McKennie che da buona posizione ha la lucidità di apparecchiarla per Vlahovic, bravo ad insaccare da due passi.

L’Inter subisce il contraccolpo psicologico e al 26′ subisce anche l’1-2. Merito di Conceicao che semina il panico in area e dal fondo crossa teso per Weah che deposita in rete a Sommer battuto. Nel momento più delicato l’Inter si affida alla giocata di un singolo. Più precisamente di Mkhitaryan che dialoga con Thuram e dal limite dell’area beffa Di Gregorio sul suo palo. Tempo un minuto e nel ricchissimo copione di errori difensivi è Kalulu ad aggiungersi alla compagnia. L’azione è simile a quella del primo gol: stavolta è Dumfries a prendere il tempo all’avversario, che rifila un calcione sulla coscia dell’esterno. Il rigore è netto e Zielinski, per la seconda volta, non sbaglia. In avvio di secondo tempo l’Inter sembra riuscire a dare il colpo di grazia. Sugli sviluppi di un calcio piazzato, Danilo respinge corto: la palla è preda di Dumfries che aggancia e incrocia in rete. La squadra di Simone Inzaghi trova più spazi e va vicino al 5-3, ma Di Gregorio dice no prima a Dimarco (64′) e poi a Barella (66′). Proprio quando l’Inter sembra vicina a dilagare, la Juventus la riapre e rimonta. Tutto merito di Kenan Yildiz, che tra il 71′ e l’82’ realizza due gol simili e pesantissimi: entrambi con un sinistro ad incrociare dalla sua zolla preferita, su cui Sommer non può far nulla. Finisce così. Con un punto a testa e la sensazione di aver visto il più grande spot per il calcio italiano degli ultimi anni.

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