Champions League

Il Celtic ritrova solidità a Bergamo dopo Dortmund: l’Atalanta ferma sullo 0-0 (col 3° clean sheet su 3) in Champions

Mario Pasalic Atalanta
Mario Pasalic - Foto Roberto Tommasini / IPA Sport / IPA

Non è stato fragile né disordinato il Celtic ferito dal 7-1 di Dortmund. Al Gewiss Stadium l’Atalanta domina il gioco, chiude col 62% del possesso palla e 23 tiri a 4, ma alla fine contro gli scozzesi di Brendan Rodgers deve accontentarsi di uno 0-0 che ha il sapore di occasione persa nella terza giornata della fase campionato di Champions League. Le note positive non mancano, anzi: è il terzo clean sheet su tre partite europee ed è la conferma dello ‘zero’ alla voce sconfitte nel massimo torneo. Quota sette però sembrava abbordabile per l’Atalanta, che deve accontentarsi dei 5 punti, uno solo in più del Celtic, al termine di una partita che ha mostrato una differenza ben più ampia tra le due squadre.

Un risultato che sta stretto alla Dea. Nel solo primo tempo l’Atalanta colpisce una traversa e costruisce almeno altre tre nitide palle gol. Al 18′ la prima emozione: Zappacosta crossa dalla sinistra, Pašalić salta più in alto di tutti e colpisce verso la porta, colpendo la traversa: la sfera torna in campo, ma l’ex Chelsea – diventato il miglior marcatore croato della storia della Serie A – non riesce a ribadire in rete. Lo stesso Pasalic al 24′ ha un’altra grande chance: è sempre Zappacosta ad ispirare le migliori occasioni dei bergamaschi, il cross per il numero 8 arriva a destinazione ma il piatto destro a botta sicura è centrale ed è facile preda di Schmeichel. Un copione – quello Zappacosta-Pasalic – che si ripropone al 37′, ma stavolta il colpo di testa del croato è impreciso. Schmeichel torna protagonista al 45′ negando d’istinto il gol a Retegui che aveva girato di testa.

Serve di più all’Atalanta per sbloccare il risultato e Gasperini mischia le carte al 59′: fuori Bellanova, dentro Samardzic. Fuori a sorpresa Retegui, capocannoniere di Serie A, dentro De Ketelaere. L’Atalanta muscolare non funziona, ma quella di qualità non va meglio contro lo scudo scozzese. Al 58′ ci prova De Roon, ma senza successo. Poco dopo, al 66′, è De Ketelaere a tentare la soluzione di destro, ma la conclusione è debole. Le altre mosse di Gasperini sono Cuadrado per Lookman (69′) e Zaniolo e Ruggeri (al posto di Kolasinac e Pasalic al 78′). Le forze fresche però – che dovrebbero dare imprevedibilità all’attacco bergamasco – confermano il motivo per cui Cuadrado e Zaniolo non sono ancora riusciti ad entrare stabilmente nelle rotazioni della Dea. Il primo è poco brillante, l’ex Roma invece non va oltre una punizione conquistata dai 25 metri. A prendersi la responsabilità del tiro è Samardzic, ma la palla si infrange sulla barriera. L’assedio resta vivo, ma si chiude sul colpo di testa alto di Hien al 93′. Avere rimpianti per uno 0-0 contro una squadra da 118 trofei ufficiali è già una vittoria per la Dea, che ha perso solamente due delle ultime diciassette partite europee. A Gian Piero Gasperini non bastano più i numeri impressionanti che ha costruito nelle ultime nove stagioni.

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