Il Milan soffre oltre misura contro il Brugge, ma alla fine con merito trova i primi tre punti in questa edizione della nuova Champions League 2024/2025. Contro i belgi, che non sfigurano affatto a San Siro, c’è da chiedersi come sarebbe andata se si fosse rimasti in undici contro undici, al contempo però c’è un Paulo Fonseca che ha azzeccato tutto: Leao rimpiazzato all’ora di gioco (sarà una scelta che farà discutere) con Okafor che dopo pochi secondi firma l’assist del nuovo vantaggio, Chukwueze entra e fa assist anche lui, Camarda nel finale per il record di milanista e italiano più giovane a giocare in Champions, e pensare che sarebbe potuto essere il giocatore più giovane di sempre a segnare nella coppa, ma il Var dà e toglie. Chi dà, e basta, è Pulisic, all’ennesimo gol, stavolta addirittura da calcio d’angolo, e Reijnders con la doppietta decisiva. Per migliorare ci sarà tempo, serviva una vittoria ed è arrivata, anche al cospetto di un San Siro un po’ silenzioso: la Curva Sud infatti ha protestato di nuovo nei confronti della società per il prezzo dei biglietti contro la Juve.
L’inizio è decisamente negativo per un Milan subito lunghissimo, sfilacciato e non esente da errori di misura. Leao parte in modo tragicomico e c’è poca connessione con Theo, e poi con spavalderia il Bruges si affaccia più volte dalle parti di Maignan, che in almeno due occasioni è miracoloso, e che in un terzo caso può solo guardare e soffiare sul tiro meraviglioso di collo esterno da parte di Ordonez che si schianta contro l’incrocio dei pali. Passata la paura, la squadra di Fonseca comincia ad alzare i giri del motore, ma Morata è impreciso e si fatica a portare a termine le azioni nonostante una discreta mole di gioco. Partite come questa possono essere decise da un episodio e in favore del Diavolo ne subentrano ben due in pochi minuti. Prima, sale in cattedra il solito Christian Pulisic, che ormai segna in tutti i modi in questo avvio di stagione, oggi persino da calcio d’angolo, con la traiettoria beffarda non toccata da nessuno e capace di cogliere impreparato Mignolet. Poi, c’è anche il cartellino rosso ai danni di Onyedika: incredibilmente ci vuole il Var per comminarlo, visto che il sempre inadeguato arbitro tedesco Zwayer aveva invertito il fallo su Reijnders. Si va dunque all’intervallo con un gol e un uomo di vantaggio per i rossoneri, ma l’approccio nella ripresa non è positivo e gli ospiti pareggiano con Sabbe. Inaccettabile per chi è avanti di un uomo e Fonseca decide di intervenire. Lo fa in maniera forte: la partita di Leao, nel frattempo ammonito per una sciocchezza, dura un’ora e non è ai livelli della sufficienza, entra Okafor e dopo pochi secondi salta l’uomo alla grande e serve l’assist a Reijnders per il comodo tapin del 2-1. Cambia tutto in pochi secondi e i fischi nei confronti del portoghese, anzi, dei portoghesi probabilmente, si trasformano in gioia. Che raddoppia quando anche l’altro nuovo ingresso, Chukqueze, sgasa dall’altra parte e pesca sempre l’olandese col 14, che dopo le parole in conferenza di ieri mantiene tutto in campo con la doppietta. Nel finale, che beffa per Francesco Camarda: prima entra ed è il più giovane italiano e milanista a debuttare in Champions, poi però segna, viene ammonito per l’esultanza, ma c’è il Var a dirgli di no annullando per fuorigioco. Poco male, anche se un gol in più o uno in meno, con questo nuovo format, fa tutta la differenza del mondo.