Pallanuoto

Settebello, le motivazioni dietro la squalifica di 6 mesi. Il ct Campagna smentisce le accuse di un’aggressione fisica

Protesta pallanuoto settebello
Protesta pallanuoto settebello - Foto Mezzelani/Coni

È notizia di ieri la decisione da parte dell’Aquatics Integrity Unit (Aqui) di squalificare per sei mesi il Settebello a ogni competizione dopo gli eventi nel post-gara di Italia-Ungheria agli scorsi Giochi Olimpici di Parigi. Quella sera, alcuni giocatori del Settebello e l’allenatore Sandro Campagna aggredirono fisicamente e verbalmente il corpo arbitrale nel parcheggio, mentre l’autobus italiano si preparava al ritorno al villaggio olimpico. Da qui la sospensione di sei mesi, stabilita dell’AQIU: questa sanzione include anche l’esclusione dalla prossima World Cup. In più per la squadra italiana anche una multa di 100.000 dollari, di cui 50.000 dovranno essere pagati entro 90 giorni dalla decisione. 

“Dopo aver lasciato l’impianto per tornare al bus — scrivono i giudici — i membri della nazionale italiana si sono accorti della presenza a breve distanza degli arbitri del match, li hanno circondati e aggrediti verbalmente e fisicamente. In particolare, il signor Campagna ha iniziato a inveire contro di loro e ha anche minacciato un arbitro di cui non si fa il nome dicendogli “Cosa ne sai di pallanuoto tu che sei del Montenegro. La tua carriera di arbitro è finita”. Diversi membri della squadra poi “hanno seguito gli arbitri mentre si rifugiavano all’interno della sede bloccando chi provava a chiudere le porte”. Non bastasse, “a completare un quadro già non edificante ci sono l’aggressione verbale a un ufficiale di gara donna che è stata anche spintonata, e la sottrazione del cellulare a un giudice che cercava di documentare quello che stava succedendo con un video”.

A distanza di poche ore è arrivata la reazione del ct Campagna, che all’AGI smentisce tutto: “Non è assolutamente vero, smentisco categoricamente che i miei giocatori abbiano aggredito fisicamente gli arbitri o cercato di rubare il cellulare a qualcuno: queste accuse sono inaccettabili”. “C’e’ stata una contestazione verbale, quella sicuramente si’. Quando stavamo andando verso lo shuttle abbiamo saputo che c’era un audio tra arbitri e Var con uno di loro che non vede il Var e poi forza la decisione presa – spiega Campagna -. A questo punto abbiamo chiesto spiegazioni agli arbitri. Nei confronti degli arbitri è stato detto, ‘avete rovinato la partita, non capite niente di pallanuoto’, ma nessuna aggressione, nessuna violenza anche perché in quel caso la squalifica non sarebbe stata di sei mesi, bensi’ molto piu’ pesante nei confronti dei singoli, me compreso, e sarebbe stata anche a vita”.

“Personalmente – aggiunge sempre Campagna all’AGI – ho cercato di spiegare che durante il tiro non puo’ esserci violenza e che la contestazione era umana in quei momenti concitati, certo, sappiamo anche che ci sono norme che non permettono di parlare con gli arbitri in maniera cosi’ concitata”.

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