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Running, Gianluca D’Amario: “La mia Spartathlon, un’emozione grandissima”

Gianluca D'Amario Spartathlon

L’Olimpiade dell’Ultramaratona. Questa è spesso la definizione che viene data alla SPARTATHLON, gara di 246km, conditi da 4.000m di dislivello positivo, con partenza dall’Acropoli di Atene ed arrivo a Sparta, ai piedi della statua di Re Leonida. La gara si snoda lungo un percorso ormai mitico, attraverso gli abitati di Eleusi, Megara, Corinto, Nemea e Tegea lungo una direttrice che impegna i concorrenti ad affrontare la salita e la discesa del Monte Partenio (per tutti “la Montagna”, ndr), con l’obbligo di rispettare ben 75 severissimi cancelli orari, entro un tempo limite di 36 ore. Se tutto ciò non bastasse, è importante sottolineare come la Spartathlon non sia una gara aperta a tutti: per poter partecipare occorre raggiungere infatti dei “minimi” di selezione in altre gare e, forse anche per questo motivo, viene spontaneo il riferimento ai Giochi Olimpici

Chi la SPARTATHLON la conosce bene è Gianluca D’Amario, atleta classe 1974, nato a Bellinzona in Svizzera, residente a Civitaquana, piccolo comune in provincia di Pescara e tesserato per la Società Manopello Sogeda. Gianluca, infatti, lo scorso 28 settembre ha preso parte alla 42a edizione di questa mitica gara e ha raccontato le sue emozioni a SPORTFACE.

Ciao Gianluca, prima di parlare della SPARTATHLON, conosciamoci un po’ meglio. Quando hai cominciato a correre?

Ciao a tutti. Diciamo che corro regolarmente dal 2018, non che prima non avessi mai corso, ma non era stata un’attività assidua, era più un qualcosa che facevo per perdere qualche chilo di troppo. Dal 2018 in avanti ho iniziato un’attività regolare con 5 allenamenti a settimana e le gare. Dal 2022 sono seguito da Enrico Vedilei, una delle icone dell’ultramaratona italiana. Enrico è un grande allenatore ma, prima di tutto una persona squisita.

Perché l’ultramaratona?

Bella domanda (ride, ndr). Inizialmente il mio obiettivo, anzi direi il mio sogno, era quello di portare a termine una maratona, come accade per tanti podisti amatoriali che vedono nella 42km una competizione mitica. Diciamo che ho iniziato a lavorarci dal 2019, partecipando anche a garette su distanze di 10/12km, fino alla mezza maratona. Accadde qui un fatto curioso: mentre cercavo sul web qualche competizione a cui partecipare in preparazione della maratona, trovai la pubblicità dell’Ultramaratona del Gran Sasso, gara di 50km che si corre a fine luglio con partenza ed arrivo nel piccolo borgo di Santo Stefano di Sessanio e che, negli ultimi anni, è diventata un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati provenienti da tutta Italia. All’epoca non avevo mai corso più di 25km in una sola volta, ma spinto dal mio amico e podista Donato Granchelli, decisi di scrivermi. “Parti piano, con tranquillità e vedrai che alla fine ne supererai molti” mi disse l’esperto Donato e così accadde. Di fatto, ho corso allo stesso tempo la mia prima maratona e la mia prima ultra.

Emozioni?

Indimenticabili. Ricordo che durante il percorso ebbi modo di parlare con un atleta, mai più incontrato successivamente, che mi parlava di gare come la 100km del Passatore e le 9Colli. Diciamo che mentre correvo lungo le strade del Gran Sasso è come se fosse scattato qualcosa dentro. Stavo trovando la mia strada.

Una strada alla ricerca del limite?

Guarda ti rispondo in modo schietto: il limite per me non è fisico, ma mentale. Per questo ho iniziato ad andare oltre, passando in fretta dalla 6h fino alla 24h. A settembre 2022 ho partecipato alla 24h di Policoro, correndo 182km ed ottenendo quindi il pass per l’iscrizione alla Spartathlon, che però deve essere confermata dal sorteggio tra tutti gli atleti aventi diritto. Ironia della sorte, la conferma della mia partecipazione per la mia prima Spartathlon nel 2023 è arrivata mentre ero in viaggio per partecipare ad una gara di 6 giorni.

Spiegaci la Spartathlon.

È una gara che non si può spiegare a parole. Bisogna correrla. E’ una gara durissima sia per i top runner che corrono per vincerla, sia per chi corre con l’unico obiettivo di arrivare ai piedi di Re Leonida. Normalmente è una gara calda, da togliere il respiro. La lotta contro il tempo per superare i 75 cancelli orari è durissima. Quest’anno ho avuto conferma che avrei potuto prendere parte alla gara solo l’8 agosto, mentre stavo preparando la 24h di Verona

Cambio di programma quindi.

Si, ne ho parlato subito con Enrico ed abbiamo modificato subito gli allenamenti, accoppiando weekend con 6h e 50km a poche ore di distanza, tanti allenamenti da 30km ed un lungo da 70km. Il tutto senza tralasciare lavori di qualità e ripetute in salita.

Come è stata questa Spartathlon 2024?

Durissima. Non trovo altro modo per definirla. Oltre il 50% dei partenti si è ritirato. Già dopo 30km accusavo una forte stanchezza, il caldo era irrespirabile ed avevo i battiti cardiaci molto più alti del solito. Sono arriva a Corinto con soli 3’ di vantaggio sul cancello, un vero incubo. Ho corso tutta la gara sul filo dei cancelli orari, sul limite dei secondi. E’ stato qualcosa di sportivamente drammatico e meraviglioso allo stesso tempo. Arrivare ai piedi di Re Leonida, essere Spartano, come si dice in gergo, non è descrivibile a parole. Chi è Spartano, lo resta per tutta la vita

E dopo la Spartathlon?

Dopo la Spartathlon si continua correre (ride, ndr). Ho già fatto una 6 ore qui al mio paese e, nel 2025, mi aspettano la 100km del Conero e quella del Passatore

Il tutto con il pensiero di raggiungere ancora la statua di Re Leonida…

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