“Prima di ogni partita c’era la riunione finale per ricordarsi cosa fare in campo, quindi tutte le marcature, chi tirava i rigori… Allora si sapeva chi tirava i rigori, e quello che veniva scelto li calciava, non c’erano colpi di fantasia”. Così Fabio Capello, nel corso dello spazio dedicato al Milan degli invincibili al Festival dello Sport di Trento, ricordando i momenti di avvicinamento alla finale di Coppa dei Campioni del 1994, vinta 4-0 contro il Barcellona. Chiaro il riferimento a quanto accaduto nell’ultima giornata di Serie A, in cui il Milan ha perso contro la Fiorentina dopo aver sbagliato due rigori con Theo Hernandez e Abraham, nonostante il rigorista designato fosse Pulisic, come confermato da Paulo Fonseca. Parlando ancora della squadra di campioni allenata, Capello ha aggiunto: “Forse erano un po’ indisciplinati nello spogliatoio, ma non lo erano in campo, lavoravano con grande attenzione. Gli allenatori stranieri che venivano a vederci in allenamento rimanevano meravigliati per la voglia di lavorare che avevano. È stata la loro forza, la loro bravura”. Infine, un ultimo confronto tra i giocatori di quel Milan e quelli del calcio odierno: “Prima Florin (Răducioiu, ndr) mi si è avvicinato e mi ha detto ‘ho capito che potevo dare di più’. È una bella lezione, era bravo ma si accontentava un po’. Adesso vediamo giocatori in campo che non danno tanto, che si accontentano. Un esempio? Uno comincia con la L”.
Capello punge Fonseca: “Nel Milan degli invincibili si sapeva chi tirava i rigori”
Fabio Capello - Foto LiveMedia/Ettore Griffoni