“Io irraggiungibile? E’ la versione che hanno raccontato, mi è dispiaciuto. Non sono sparita, avevo avvisato la Wta, io avevo detto che volevo fare un annuncio a Parigi, era tutto organizzato. Però è uscito fuori tutto quando hanno visto la lista antidoping, non c’ero più e i fan dicevano che ero sparita. Mi hanno sempre chiamato l’enigmatica del resto”. Inizia così l’intervista a Verissimo di Camila Giorgi, che una volta per tutte prova a fare luce sulla vicenda mediatica e anche giudiziaria sul suo addio al tennis: “Da anni volevo abbandonare il tennis e fare un’altra vita. E’ molto impegnativo, già per un paio di volte non avevo giocato per mesi, poi mi era tornata la voglia. Una mattina di maggio mi sono svegliata e ho detto ‘Basta’. Mio padre mi aveva sempre supportato in tutte le scelte, è sempre stata una persona incredibile. Io già ero in America, vivevo un po’ in Italia e un po’ negli Usa. Poi logicamente la mia scelta è stata rimanere lì, ma io torno sempre in Italia, solo che non sono una che avvisa per tutto. Non è una fuga: sono rimasta molto sorpresa dalle notizie. Dopo tutti questi articoli ero tornata a Roma, l’ho messo su Instagram. Mi ero solo trasferita definitivamente in America, a Miami. Non sono mai scappata, mi ha fatto un po’ ridere. Quando volevate intervistarmi ed ero irraggiungibile? Non ero io, era il mio ex avvocato, lui mi ha causato un sacco di problemi. Ora sono molto felice, dove vorrei essere”.
Sul papà e allenatore Sergio e sui guai col fisco: “E’ la persona piu aperta che conosco, ogni scelta della mia vita è sempre stata con l’aiuto di papà Sergio. Non è padre padrone, sceglievamo assieme il programma. Non volevo fare tanti tornei, lui era d’accordo su tutto con me. L’idea che hanno di mio papà è sbagliata, è uno molto comprensivo. Vado molto d’accordo con lui. Lo chiamano Marines, per me solo perché è stato in guerra. I problemi con il fisco? La mia famiglia non era consapevole di questa situazione, sono creati da persone esterne che mi gestivano e lo facevano come mestiere. Mio papà non faceva questo per lavoro, era solo il mio allenatore. Non ci siamo mai spaventati, abbiamo cambiato le persone che ci gestivano e ora siamo in ordine. Non me l’aspettavo. Si sono create tante idee sbagliate. Mettono sempre in mezzo il nome di mio papà, non è sempre colpa sua. Non c’entra nulla qui. Non siamo scappati per motivi fiscali. Non scappo mai, solo che non parlo mai. Non abbiamo pagato l’affitto e ci siamo portati via i mobili? La casa non aveva mobili, li abbiamo portati noi”.
E sulla questione dei falsi vaccini: “L’udienza è a novembre, dopo quella si potrà parlare. Sono rimasta molto sorpresa dalla dottoressa, io pensavo avessimo un rapporto umano. Mi sono fatta curare tante volte da lei. Una volta che lei era in difficoltà ha dovuto fare qualche nome, è uscito fuori il mio, mi è dispiaciuto. Allo stesso tempo a volte non dovremmo essere così, ha messo il mio nome quando aveva lei un suo problema. Si è voluta coprire. Non sapevo che non mi stava facendo il vaccino. Io la puntura l’ho fatta e lei mi ha dato il green pass. Lei mi aveva detto che mi aveva fatto il vaccino Covid, ho scoperto dopo che non lo era. Poi l’ho fatto, certo. Il processo è per falso ideologico, so che è una cosa pesante. Ma credo che tutto si sistema con il tempo, tutto esce fuori”.
Sull’addio al tennis: “Amo il tennis, tuttora, ci gioco ancora. Solo che non ce le facevo più a giocare ogni settimana. Era uno sforzo fisico, mentale, vedere sempre le stesse persone. L’ho fatto per una mia scelta, fin da sempre volevo fare questa vita. Potrei tornare a gareggiare fra sei mesi se solo volessi, ma mi piace questa vita. Mio padre è molto felice, non mi ha mai contraddetta”.