Serie A

La Juventus frena ancora in casa: più pareggi che vittorie per Motta, il Cagliari gela lo Stadium

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic, Juventus - Foto Matthieu Mirville/DPPI/IPA Sport 2/IPA

Arriva un’altra frenata per la Juventus in campionato e questa è davvero brusca e inaspettata. Motta coglie il quarto pareggio su sette partite e mantiene l’imbattibilità generale, non quella per quanto riguarda le reti inviolate, visto che la striscia si ferma a due minuti dalla settima partita da inizio stagione: è il rigore di Marin a condannare i bianconeri al pari dopo il rigore di Vlahovic che aveva stappato il match, ed è proprio il serbo – insieme a un disastroso Douglas Luiz – a doversi far perdonare qualcosa. Due punti persi che pesano per gli obiettivi della Vecchia Signora e i sardi non rubano nulla, perché con umiltà piazzano il bus per un’ora e poi hanno il giusto coraggio nel finale, spaventando persino in ottica tre punti i padroni di casa. Tre vittorie e quattro pareggi, tre pareggi di fila in casa, qualche campanello d’allarme per la Juve c’è, anche per come è stata gestita l’ultima mezzora. La sosta arriva forse nel momento più opportuno e al rientro arriva la Lazio come nuovo test per i bianconeri.

Motta stupisce due volte: prima quando lascia in panchina Yildiz dal 1′, rispolverando Mbangula, poi quando all’intervallo esce Koopmeiners (non al meglio, ma sottotono nella prima frazione) e al suo posto come trequartista c’è Fagioli e non, per esempio, Douglas Luiz. Ma le scelte del tecnico bianconero non sono campate per aria: c’è da ruotare, c’è da cogliere lo stato di forma degli interpreti, anche perché al di là degli infortuni le alternative ci sono, soprattutto in mezzo al campo dove anche McKennie subentrerà nella ripresa. I bianconeri di giallo vestiti partono discretamente bene e spingono sull’acceleratore, ma è su un calcio piazzato che arriva all’improvviso la chance per sbloccarla: tocco sfortunato di braccio di Luperto che aveva ormai perso l’equilibrio e col Var c’è il rigore, Vlahovic non sbaglia e dimostra di essere in un gran momento, anche se non andrà in nazionale con la Serbia (e la Vecchia Signora gongola). Il gruppo è cementato e omaggia Bremer mostrando la sua maglia, poi si cerca in tutti i modi di trovare il raddoppio, ma come detto Koopmeiners non vede la porta come ai tempi dell’Atalanta e sta ancora cercando il primo gol juventino, per il momento trova solo i guantoni di Scuffet o i tifosi in curva. E nella ripresa, quando alla lunga decide di smantellare il bunker difensivo per affidarsi ai vari Luvumbo e Gaetano, e di alzare dunque il baricentro affidandosi alla qualità, la squadra piemontese sembra un po’ sfilacciata, ma concede pochissimo dietro, e sulla grande occasione con la risposta difettosa del portiere dopo il tiro di Yildiz, ha del clamoroso l’errore di Vlahovic a porta vuota. Errori come questi di solito vengono pagati a caro prezzo e anche questa partita non manca di confermare le statistiche: Douglas Luiz ne combina un’altra dopo Lipsia e c’è il nuovo rigore concesso dal brasiliano, il Var è solerte e aiuta Marinelli e Marin all’88’ gela lo Stadium per il primo gol subito dai bianconeri in questo campionato. E nel finale la doppia beffa: Conceicao viene espulso per un secondo giallo molto discusso e poi è far west nel recupero con un palo per parte (Obert e Fagioli). Un’altra frenata per Motta, tre vittorie e quattro pareggi in sette giornate non è il ruolino più atteso. Va bene l’imbattibilità, va bene gli evidenti progressi nel gioco, ma la Juve ha i punti dell’Udinese e in casa è arrivata al terzo pari di fila.

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