I pm della Dda di Milano, Paolo Storari e Sara Ombra, scrivono anche di una “totale sottovalutazione del fenomeno” legato ai rapporti tra ultras e criminalità “anche da parte della Commissione antimafia di Milano, indotta in errore dalla società FC Inter“. E’ quanto si evince dalla richiesta di custodia cautelare per gli ultras milanisti e interisti arrestati due giorni fa nel maxi blitz. Due responsabili del club nerazzurro, infatti, sono stati auditi a marzo scorso e nelle dichiarazioni emerge, sostengono i pm, “la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede“, riporta l’Ansa.
I legali dell’Inter, poi, si legge ancora, il 30 aprile hanno depositato “una memoria” dove si limitavano “a ripetere” ciò che era stato detto “in sede comunale“. Ma la Procura mette in rilievo “un dato di interesse: con una mail, il Presidente della commissione comunale antimafia ha riferito a FC Internazionale che l’audizione ha ‘mostrato l’azione positiva di FC Inter’“, una cosa smentita “dai fatti” e che “comprova ancora una volta una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale“. I pm fanno inoltre notare come l’Inter abbia assunto una “duplicità di atteggiamento (uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse, e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio)“.
Per i pm, infine, “è necessario porre termine al più presto, anche perché pare francamente impensabile che una struttura imprenditoriale con un fatturato di centinaia di milioni di euro possa avere rapporti di carattere economico con gli indagati e in particolare con un esponente di ‘ndrangheta“.