Il Napoli di Conte va a gonfie vele e si prende la testa della Serie A. Da quel clamoroso 3-0 patito a Verona all’esordio è passato poco più di un mese, ma sembra essere trascorso un secolo. Un’altra squadra, anche altri interpreti, un’altra classifica: dall’ultimo al primo posto in sei giornate, ed ecco che il ritorno in vetta solitario è servito dopo 44 turni dall’ultima volta, vale a dire la trentottesima della stagione 2022/2023, quella trionfale dello scudetto targato Spalletti. Che oggi, per una sorta di passaggio di consegne virtuale e simbolico, è proprio presente al Maradona, lui che domani sarà premiato con l’iconica riproduzione della panda, e che oggi intanto assiste in quello che è stato il suo stadio per due grandi stagioni culminate con lo storico tricolore, alla prova di forza del Napoli contiano, che subisce il Monza per cinque minuti e poi lo piega senza problemi, con una gestione perfetta del risultato. Un Napoli che non può più nascondersi: senza le coppe, con questi giocatori offensivi e un centrocampo solidissimo, con i movimenti ormai sempre più codificati, si può – o forse si deve? – puntare allo scudetto.
Anche perché, anche per l’aspetto psicologico, adesso il calendario è ulteriormente in discesa: prima di un nuovo scontro diretto, quello contro il Milan, c’è da affrontare un trittico non particolarmente insidioso, almeno sulla carta: prima il Como in gran forma, ma pur sempre neopromossa e ancora al Maradona, poi l’Empoli in trasferta, quindi di nuovo in casa per affrontare il Lecce. L’obiettivo è quello di portare a casa l’intera posta in palio, nove punti per confermarsi in vetta e sfruttare, magari, qualche scivolone di chi gioca ogni tre giorni, vale a dire tutte le altre rivali per i piani altissimi della classifica.
Contro i brianzoli, che a questo punto non vincono in campionato da 15 turni e con un Nesta sempre più sulla graticola, bisogna stringere i denti nei primissimi minuti, poi si accendono gli uomini offensivi e arrivano i gol pesanti: Politano fa tutto da solo, poi McTominay che praticamente è una punta aggiunta, talvolta più avanzato di Lukaku, sbagliando un tiro favorisce il rimpallo per Kvaratskhelia, che trova il raddoppio. Nel secondo tempo, a sorpresa ma con arguzia, il Napoli si abbassa, forse anche un po’ troppo, e fa sfogare il gioco sterile ma pur sempre ben oliato degli ospiti. Di occasioni vere, pochissime, giusto una punizione di Maldini su cui Caprile è troppo ottimista e spavaldo, poi complici i cambi la partita perde ritmo e il secondo tempo di gestione va in porto per Conte, che ora si gode la vetta. E De Laurentiis tira in ballo la scaramanzia: dopo un anno sabbatico, il Napoli è tornato grande.