Champions League

Le notti da Champions sono lontane: Milan dominato dal Liverpool e fischiato dalla Sud

Milan-Liverpool
Milan-Liverpool - Foto Jonathan Moscrop Sportimage/IPA

L’impatto con la nuova Champions League restituisce un Milan da ‘lavori in corso’. Contro il Liverpool, un incrocio che ha regalato gioie e dolori ai rossoneri, in un match da ben 13 Champions complessive, Paulo Fonseca deve fare i conti con i soliti problemi palesati in questo avvio di stagione: un centrocampo superato troppo facilmente, una fase di non possesso poco armonica e un attacco troppo prevedibile quando non c’è possibilità di dar sfogo ai suoi giocatori di gamba. Il 3-1 degli ospiti, che in alcuni momenti ha rischiato di assumere proporzioni ben più ampie, è un nuovo campanello d’allarme per Calabria e compagni, attesi tra qualche giorno dal delicatissimo derby contro i Campioni d’Italia dell’Inter.

Eppure, così come nell’ultimo match di campionato contro il Venezia, il Diavolo punge per primo e lo fa dopo appena 3 minuti di gara. Morata si abbassa a centrocampo per legare il gioco e lancia in campo aperto Pulisic che, una volta in area, lascia partire un gran diagonale per battere Alisson. In una notte europea lontana parente dei tempi più brillanti (meno di 60.000 spettatori presenti a San Siro) l’illusione però non dura troppo a lungo.

Ma il Liverpool è ben altro avversario e, dopo un primo quarto d’ora impiegato nel prendere le giuste misure, domina in lungo e in largo. I due centrali di difesa, prima Konaté e poi van Dijk, ribaltano il risultato dimostrando più di qualche imbarazzo da parte del Milan sui calci piazzati. Le due reti dei Reds, comunque sono state intervallate dalle due traverse colpite da uno sfortunato Salah, il 2-1 al giro di boa va quindi stretto agli uomini di Slot. Poche idee per il Milan in fase di costruzione, Maignan tocca tantissimi palloni, la maggior parte dei quali ceduti a Pavlovic per un’impostazione che trova pochi sbocchi sulla linea mediana formata da Loftus-Cheek e Fofana, ancor meno su un Reijnders completamente annullato. L’alternativa è il lancio lungo per un generoso Morata, lasciato lì un po’ a far la guerra da solo, mentre Leao si accende solamente per un paio di fiammate, che non sfociano in alcun pericolo per i Reds.

E il secondo tempo si apre con un’altra brutta notizia per il Milan. Dopo pochi minuti Maignan – tutt’altro che esente da colpe sui due gol (come dimostra la foto in alto, con la sua uscita a vuoto sull’1-1) – viene travolto da Tomori in un disperato tentativo difensivo e deve lasciare il campo, maglia sul volto per il dolore e la frustrazione. Dentro dunque Lorenzo Torriani, classe 2005, per il battesimo di fuoco (e per un possibile esordio in campionato nel derby contro l’Inter di domenica). I rossoneri provano comunque ad alzare l’intensità dal punto di vista fisico, protestano per un contatto tra Van Dijk e Morata in area di rigore ma il Liverpool è sempre lì, in agguato. Pavlovic sbaglia tutto e viene infilato alle spalle da Gakpo, Szoboszlai fa 3-1 al 67’. Fonseca ci prova con le due punte (dentro Abraham per un Loftus-Cheek ancora poco presente), poi risparmia gli ultimi dieci minuti di gara a Morata (cambiato con Okafor). Nel recupero c’è spazio anche per l’esordio di Chiesa con la sua nuova maglia, mentre la Sud tuona il suo disappunto e fischia pesantemente la squadra sotto la curva al termine del match. Il palo nel finale di Leao non cambia la storia in una serata da dimenticare al più presto. Ci sarà tanto sui cui lavorare a livello tecnico-tattico, anche per ricucire lo strappo con la tifoseria.

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