Serie A

Juventus, occhio al Psv: 20 gol fatti e 3 subiti in Eredivisie. E Schouten è un lontano parente di quello di Bologna

Peter Bosz
Peter Bosz, Psv - Foto LiveMedia/Rene Nijhuis/DPPI

Entrambe sono habitué della Champions League, ma il caso vuole che il primo incrocio della storia tra Juventus e Psv debba coincidere con l’esordio nella prima edizione del nuovo format della principale competizione europea per club. Alle 18:45 di martedì 17 settembre l’Allianz Stadium tornerà a vivere le emozioni della coppa dalle grandi orecchie, dopo l’assenza dall’Europa della scorsa stagione. Per Thiago Motta è il debutto da allenatore, l’emozione ci sarà, ma fino ad un certo punto perché da calciatore l’ex Barcellona e Inter quella musica l’ha sentita ottantadue volte. L’avvio di campionato poi è stato più che incoraggiante. La Juventus ha otto punti in classifica, frutto di due vittorie e di due zero a zero. La squadra bianconera ha mantenuto la porta inviolata in tutte le prime quattro partite stagionali di Serie A solo per la quinta volta nella sua storia, dopo il 2014/15, il 1986/87, il 1983/84 e il 1965/66, e adesso punta a partire bene anche nella nuovissima fase campionato. Spazio a Di Gregorio, che si riprenderà il posto tra i pali dopo il turn over di Empoli che ha favorito Perin. Davanti a lui Kalulu, Gatti, Bremer, Cambiaso. Poi Locatelli e il nuovo acquisto Thuram. Quindi Nico Gonzalez, Koopmeiners, Yildiz a protezione di Vlahovic.

L’esordio sulla carta è abbordabile, anche se il Psv di Bosz ha dimostrato di essere una mina vagante in Champions. Nella scorsa stagione ha raggiunto gli ottavi di finale, venendo eliminato solo dal Borussia Dortmund futuro finalista. A Torino Bosz deve rinunciare a due vecchie conoscenze della Serie A, Lozano (problema muscolare) e Karsdorp (affaticamento). Convocato invece Noa Lang, ma in dubbio dal 1′. Nel 4-3-3 degli olandesi la certezza è Jerdy Schouten, ex Bologna, ora regista della nazionale olandese che il Barcellona vorrebbe portare al Camp Nou a gennaio. Il centrocampista classe 1997 conosce bene Thiago Motta, suo allenatore al Dall’Ara, dove il 27enne ha dimostrato solo in parte le sue potenzialità: “Lui è un allenatore top. Gli sono grato perché mi ha migliorato molto e gli ho scritto un messaggio quando è stato ingaggiato dalla Juventus. Quanto ci vuole per imparare le sue idee di gioco? Al Bologna ci siamo riusciti in fretta, spero che alla Juve non lo abbiano ancora fatto”. “Può fare il leader, ha l’età adatta, ascolto spesso quello che ha da dire”, ha detto di Schouten, Bosz che completerà il centrocampo con Til e Veerman. Bakayoko, L. de Jong e uno tra Lang e Tillman in attacco. Poi in difesa Ledezma, Flamingo, Boscagli e Dams. Sono questi i protagonisti che finora in Eredivisie hanno registrato numeri da dominio: 15 punti su 15, 20 gol fatti, 3 subiti. Buone ragioni in casa Juventus per non sottovalutare una delle avversarie più abbordabili sulla carta di questa campagna europea.

SportFace