Calcio estero

Sergio Camello: “Non indosserò una maglietta da 600 euro se mia madre ne guadagna 700 al mese”

Sergio Camello
Sergio Camello - Foto Bildbyran / IPA

Con una doppietta ha regalato alla Spagna uno storico oro nel calcio maschile ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’attaccante del Rayo Vallecano, Sergio Camello in un’altra vita però avrebbe potuto fare il musicista. Nella sua vita, scandita dalla musica italiana “che io e i miei genitori amiamo”, c’è un passato di sacrifici, che ora guida anche i suoi comportamenti nella vita di tutti i giorni. Lo ha raccontato lui stesso in un’intervista ad ABC, rispondendo ad una domanda sul valore che dà al denaro: “Non siamo stati poveri, ma siamo stati molto umili – ha ricordato Camello –. Io e mio fratello gemello abbiamo sempre apprezzato tutto ciò che i nostri genitori ci hanno dato. Per noi era una festa quando da bambini una volta al mese andavamo a mangiare al ristorante cinese sotto casa nostra. È stato fantastico perché conoscevamo il valore di quel cibo”.

Poi aggiunge: “A quel tempo anche mio padre faceva due lavori. Ecco perché mi prendo molta cura del denaro. Naturalmente mi concedo qualcosa, ma non spreco. Ad esempio, non mi vedrai indossare abiti firmati e comprare una maglietta per 600 euro, quando mia madre guadagna 700 euro al mese. Preferisco prendere quei 600 euro e darli a mia madre. Non ho nemmeno un orologio. Non voglio averlo se mio fratello non ce l’ha. Mi hanno educato molto bene su tutto questo argomento del denaro”.

Sugli obiettivi stagionali con il Rayo: “Essere ambiziosi non è male, soprattutto nell’anno del centenario, ma tutto parte dalla salvezza, perché per il Rayo sarebbe la prima volta se riuscisse a centrare la permanenza in massima serie per cinque anni consecutivi. Quindi non si tratterebbe di una salvezza qualunque. Poi vedremo per l’Europa, ma la realtà è che quello che dobbiamo fare è restare in Primera Division, che è già un obiettivo ambizioso”.

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