Domenico Pellegrini, farmacologo dell’Universita’ di Firenze, ha rilasciato un’intervista a ‘La Repubblica‘ per fare chiarezza sulla positività di Jannik Sinner al Clostebol. Innanzitutto ha definito il Clostebol: “E’ uno steroide anabolizzante, che facilita il recupero e rinforza la massa, aumentando la sintesi proteica e stimolando le cellule a ricrescere“. Ha però smentito la possibilità che Sinner possa aver tratto vantaggio da ciò: “Gli steroidi funzionano solo se le dosi sono supramassimali, cioè da 10 a 100 volte superiori alle dosi normali. In questi casi le quantità trovate nell’organismo di chi li assume sono enormi“.
In merito all’argomento, il quotidiano ha ascoltato anche Simona Pichini, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità: “Ci vorrebbero dosaggi altissimi per aumentare il tono muscolare e ridurre i tempi di recupero tra una gara e l’altra. Oggi gli steroidi, ormoni prodotti dai testicoli, vengono somministrati a chi, per motivi di salute non li ha o se comunque ci sono problemi funzionali“.
Riguardo al modo in cui è avvenuta la contaminazione, invece: “Se c’era una ferita aperta il passaggio è più facile, ma può avvenire anche senza tagli. Succede anche con altre preparazioni, come i colliri“. Infine, sulla severità dell’antidoping nonostante le quantità minime: “La legge non permette ignoranza. Se prendi qualcosa, la responsabilità è sempre tua, perciò agli atleti si sconsiglia di comprare integratori sconosciuti e di fare attenzione nell’utilizzo di farmaci“.