Tennis

Nessun miracolo, Sinner è ben lontano dall’essere al 100% ed è normale

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto David Kirouac/IPA

Gli exit poll da Montreal sono abbastanza indicativi: Jannik Sinner è ben lontano dall’essere al 100% della condizione. Nessuna falsa tonsillite (e non dovrebbe neanche essere necessario sottolinearlo), nessuna guarigione miracolosa, nessun trionfo a Montreal nella difesa dei 1000 punti dominando il torneo dopo aver dato forfait ai Giochi Olimpici. Per chi ha imparato a conoscere il tennista altoatesino negli ultimi anni dubbi non ce n’erano, ma ciò che si è visto in campo e sentito direttamente dalla bocca di Jannik in questa settimana canadese è esaustivo a comprendere la situazione. Perché Sinner, in condizioni normali, da Rublev non perde: i precedenti erano lì a dimostrarlo. A livello tecnico/tattico il russo non ha le armi per poter impensierire uno che gioca come l’azzurro. E non è un caso che le sue vittorie fino ad oggi erano arrivate soltanto per ritiro. Nella notte di Montreal è arrivato il primo successo ‘vero’ per il russo, contro un Sinner crollato nel terzo set e in affanno come accaduto più spesso negli ultimi mesi rispetto a quanto visto durante la prima parte di stagione.

E’ evidente che i vari stop a Sinner non stiano facendo bene. Discorso che valeva a maggio dopo il problema all’anca e che vale anche oggi. Già, perché pur guarendo dalla tonsillite in pochi giorni così da poter prendere un aereo e andare a Montreal, gli strascichi per un atleta che compete ad altissimi livelli non possono essere inesistenti. Rimanere due giorni a letto, debilitato e senza poter svolgere alcun tipo di lavoro, porta delle conseguenze che dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti. Dal giorno del forfait ai Giochi di tempo ne è passato, e se la condizione è approssimativa oggi, figuriamoci in quali condizioni si sarebbe mai potuto presentare l’azzurro ai Giochi, sotto i 30 e passa gradi che hanno condizionato almeno un paio di giornate al Roland Garros. Come da lui stesso dichiarato, difficile attendersi di rivederlo al top tra solamente pochi giorni a Cincinnati, proprio perché miracoli non se ne possono fare. Si tratta di un percorso graduale, in cui allenarsi e giocare in modo costante nelle prossime settimane – sperando non ci siano stop di alcun tipo – è l’unico modo per crescere di condizione in vista degli Us Open.

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