Nemmeno Vito Dell’Aquila è esente da una piccola maledizione che si sta abbattendo sui campioni azzurri di Tokyo, vale a dire l’impossibilità per un motivo o per un altro di confermare il titolo olimpico. L’oro di tre anni fa nel taekwondo -58 kg non fa eccezione e viene sconfitto in modo nettissimo in due round (9-4 e 11-1) dal forte azero Magomedov, ma senz’altro non c’è questa distanza tra i due contendenti, anzi. Al meglio della propria condizione, l’azzurro è sicuramente più forte e competitivo, il problema è che alla base del ko, oltre a un clamoroso errore arbitrale, c’è un problema fisico occorso al nostro campione.
Dell’Aquila, infatti, come ha raccolto il nostro inviato al Grand Palais, ha rimediato una contrattura all’adduttore contro l’ungherese Salim, battuto agevolmente. Meno di un’ora prima di tornare sull’ottagono per la semifinale ed è un tempo irrisorio per recuperare del tutto, tanto che mentre sfidava Magomedov l’adduttore si è lacerato e questo gli ha reso impossibile qualsiasi tentativo di rimonta. Dell’Aquila ha fatto fatica anche solo ad alzare la gamba sul finire del secondo round e si è arreso all’infortunio. L’esito della semifinale è senza storia, ma c’è dunque una spiegazione. Purtroppo, filtra anche un po’ di pessimismo in vista della finalina per il bronzo: secondo la prima diagnosi dei medici dello staff Fita, Dell’Aquila ha riportato una lesione al tendine degli adduttori della coscia sinistra e potrebbe non disputare la finalina. D’altro canto, questa volta ci saranno oltre tre ore a disposizione per recuperare. Vito, che sicuramente sperava di riconfermare l’oro di Tokyo, adesso a fatica e non al meglio della condizione potrà provare a conquistare il bronzo.