Olimpiadi Parigi 2024

Boxe italiana a secco a Parigi 2024, D’Ambrosi: “Tanti fattori esterni, ora largo ai giovani”

Khelif-Carini
Khelif-Carini - Foto Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM

“Non è stata una olimpiade fortunata. La Squadra Azzurra con i suoi otto qualificati è partita con molte aspettative che purtroppo sono state amaramente deluse. Tuttavia, molti sono stati i fattori esterni che l’hanno influenzata tra i quali verdetti assolutamente inconcepibili ed una gestione opinabile delle regole tecniche sull’ammissione degli atleti”. Questo è il commento del presidente della federazione pugilistica italiana, Flavio D’Ambrosi a proposito della fallimentare avventura olimpica a Parigi 2024 del pugilato azzurro. L’ultimo eliminato è stato Diego Lenzi e prima di lui a salutare il torneo erano stati Sirine Charaabi, Giordana Sorrentino, Salvatore Cavallaro, Abbes Mouhiidine, Alessia Mesiano, Irma Testa e Angela Carini.

“Ciò però non può essere una scusante per le criticità mostrate dalla Squadra Azzurra – aggiunge D’Ambrosi -. Criticità che dovranno essere corrette con provvedimenti incisivi e con un nuovo assetto organizzativo delle Squadre Nazionali e magari con l’innesto di nuove risorse umane. Da settembre cominceremo a disegnare la strategia per il nuovo quadriennio olimpico, sfruttando quello che di positivo è stato fatto fino ad oggi. Nonostante tutto, dal 2021 ad oggi il pugilato italiano è cresciuto fortemente sia in termini quantitativi che qualitativi. La Federazione ha sostenuto con ingenti contributi alle società, l’attività pugilistica nazionale. Le tante riforme a sostegno del movimento Pro – che è tornato al centro delle politiche sportive di questa Federazione – del Settore Sanitario e dei medici di bordo ring che ha abbattuto i costi per le società”.

E ancora: “Di pari passo sono state le politiche inclusive della FPI, che hanno dato pieno accesso ai diversamente abili nel mondo della pratica pugilistica e della Gym Boxe. Per il prossimo quadriennio dovremmo continuare con il sostegno alle società, alla ricerca del talento, alla formazione di tecnici e arbitri/giudici, al movimento Pro. La Nazionale dovrà essere totalmente rinnovata e, come detto, più volte, gli atleti che hanno già maturato un’esperienza rilevante in Azzurro dovranno lasciare la Nazionale e se vorranno potranno continuare la loro attività nei Pro. In tal modo, eviteremo dannosi blocchi al ricambio del parco atleti. Largo ai giovani ed ai nuovi talenti che il pugilato italiano saprà crescere. Basta con vecchi ed obsoleti modelli gestionali. Adesso è il momento di tagliare il cordone ombelicale con il passato”.

Necessario poi “trovare una nuova, adeguata collocazione – all’interno della nuova Federazione Internazionale – in cui l’Italia reciti in ruolo da primo attore nei processi decisionali che hanno una ricaduta anche sulla scelta degli arbitri/giudici per i tornei di alto livello (Campionati Europei, Mondiali e Giochi Olimpici). Se all’Assemblea Elettiva del 14 dicembre verrò nuovamente eletto, sarà per me l’ultimo quadriennio in questa Federazione e spero che la mia squadra di governo mi aiuti a proiettare la FPI nel futuro, rompendo ogni indugio ed ogni compromesso con il passato”.

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