Olimpiadi Parigi 2024

Tennis Parigi 2024: giorno di semifinali, Djokovic contro la generazione Z

Novak Djokovic
Novak Djokovic - Foto Anthony Behar/Sipa USA

Il torneo di tennis maschile, valido per i Giochi Olimpici di Parigi 2024, si avvicina alla conclusione. Oggi andranno in scena le due semifinali che vedranno opposti Felix Auger-Aliassime e Carlos Alcaraz (ore 13.30) e Novak Djokovic e Lorenzo Musetti (ore 19.00). Nel torneo in cui Andy Murray ha annunciato il ritiro dal tennis giocato e Rafa Nadal è stato eliminato sia nel singolare (2T) che nel doppio maschile (QF), tre dei quattro semifinalisti del singolare maschile fanno parte della cosiddetta generazione Z, ovvero sono compresi in quel gruppo di persone nate tra il 1995 e il 2010. In questo caso Auger-Aliassime, Alcaraz e Musetti sono nati tutti dal 2000 in poi. Il canadese è il più “vecchio” e compirà 24 anni l’8 agosto (08/08/2000). L’italiano ha 22 anni compiuti il 3 marzo (03/03/2002), mentre il fenomeno spagnolo ne ha fatti 21 a maggio (05/05/2003). La generazione Z è così chiamata perché viene dopo la X, dei nati tra gli anni ’60 e ’70, e la Y, quella dei nati tra gli anni ’80 e ’90. Tutti e tre i classe 2000 sono o saranno destinati a entrare, e a rimanere, per diversi anni nell’elité del tennis mondiale.

Alcaraz, nonostante sia il più giovane, ha già scritto la storia di questo sport con ben 4 Slam vinti a soli 21 anni (Us Open 2022, Wimbledon 2023, Roland Garros 2024, Wimbledon 2024) e il primato di numero 1 più giovane della storia (19 anni e 4 mesi). Ad oggi è numero 3 del mondo (8130 punti), ma è destinato a contendersi con Jannik Sinner la corona di re del tennis mondiale.
Musetti, dopo una stagione abbondante di difficoltà e di alti e bassi, sembra aver trovato più continuità e stabilità dentro e fuori dal campo ed è alla quinta semifinale consecutiva (Stoccarda, Queen’s, Wimbledon, Umago e Parigi 2024). Con i tanti punti accumulati tra maggio è giugno è risalito fino alla 16ª posizione del ranking (2340 punti)
Auger-Aliassime è stato in top ten fino a un paio di stagioni fa, poi ha avuto una flessione che lo ha portato fuori dalla top 30. Con la finale nel Masters 1000 di Madrid (persa con Rublev) e gli ottavi al Roland Garros è rientrato in top 20 e al momento è 18° in classifica Atp (2115 punti).

I tre post-millennials hanno lo stesso obiettivo: vincere il primo oro olimpico in carriera. Il loro stesso obiettivo lo ha Novak Djokovic. A 37 primavere suonate (22 maggio 1987) il serbo di Belgrado sta provando a sfatare l’ultimo tabù della sua carriera. Alla quinta Olimpiade della sua carriera e alla quarta semifinale ai Giochi, il 24 volte campione Slam non è ancora riuscito a portare l’oro alla sua Serbia. A Pechino 2008 uscì in semifinale con Rafa Nadal (poi oro) per poi vincere il bronzo nella finalina con James Blake. A Londra 2012 fu eliminato da Andy Murray (poi oro) in semifinale e perse la finale per il bronzo con Juan Martin Del Potro. Sempre Del Potro lo sconfisse a Rio 2016, ma al primo turno entrando in tabellone con il ranking protetto. A Tokyo 2020 è arrivata la quarta semifinale, anche in questa occasione sconfitta con il vincitore finale (Zverev) e nemmeno bronzo portato a casa (ko con Carreno Busta). In cinque Olimpiadi Djokovic ha ottenuto “solo” un bronzo. All’ultima partecipazione della sua incredibile carriera si ritrova ad affrontare tennisti più giovani di lui di 15 anni. La differenza di età con Musetti, avversario in semifinale, è di 14 anni, 9 mesi e 13 giorni. Quella con Alcaraz, nettamente favorito su Aliassime dall’altra parte del tabellone, è di 15 anni 11 mesi e 17 giorni. Quando il serbo vinceva il decimo titolo Slam (Us Open 2015), Musetti e Alcaraz avevano rispettivamente tredici e dodici anni. Al suo primo trionfo in un Major (Australian Open 2008), l’italiano e lo spagnolo non avevano ancora compiuto sei e cinque anni. Una sfida più che generazionale quella che attende Djokovic. Un torneo che potrebbe sancire per sempre la fine di ambizioni di oro ai Giochi Olimpici del giocatore più vincente nella storia del tennis, oppure regalargli l’ultimo tassello di un puzzle leggendario.

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