Olimpiadi Parigi 2024

Parigi 2024, Martinenghi oro: “Una medaglia da sognatore. E’ tutto”

Nicolò Martinenghi
Nicolò Martinenghi - Foto Foto Bildbyran / IPA

“Questa è una medaglia da sognatore. L’ho sognata tanto, anche nei momenti un po’ più bui, quando dicevo no c’era la speranza del sì, il sì era sempre rivolto all’oro. Erano più le volte che dicevo no, ma il sì era o tutto o niente, questo è il tutto”. Lo ha detto un emozionato e fiero Nicolò Martinenghi dopo la vittoria dell’oro olimpico a Parigi 2024 nei 100 metri rana. Alla Defense Arena spettacolare trionfo del ranista azzurro, che a sorpresa, ma non troppo, è riuscito a toccare per primo al termine di una finale insolitamente lenta, ma con tutti i big lì a giocarsela. Il più forte di tutti è Tete: “Oggi è stata una gara incredibile, ho detto che bisogna saper sfruttare le occasioni, le Olimpiadi sono il modo migliore per farlo, ora non ho paura di dire che sono uno che sa farlo – ha detto – Oggi è stata una gara strana, non ho sentito la pressione, non pensavo a niente, volevo essere libero, me stesso. Il mio allenatore credeva in me più di me”. C’è anche un accenno alla scaramanzia: “Quando ero piccolo nuotavo in corsia 7, era la migliore per me e il mio tecnico ha un numero 7 nel braccialetto, sarà un indizio… Abbiamo sfruttato l’occasione, non capivo niente. Ho toccato, ho visto la lucina rossa, ho tolto gli occhialini e ho visto “numero uno”, quindi ho pensato è fatta”.

Sulla dedica per questo trionfo: “Va a tutti, a Marco con cui ho iniziato un percorso da tredici anni, abbiamo fatto tanti insieme. Mi mancava l’oro olimpico, ho vinto Europei e Mondiali, ora posso dire di aver vinto una Olimpiade. Volevo rasarmi a zero, per essere scaramantico non posso farlo, la dedica va estesa a me stesso, a chi è venuto fin qui, a chi invece è rimasto a casa… Tutti mi trattano come se fossi il Tete e non Nicolò”.

Su una finale su tempi più alti del previsto: “Finale più lenta rispetto ai soliti tempi? Nessuno se lo sa spiegare, ho èarlato anche con gli altri, come è possibile non lo sappiamo, tutti danno il 100%. Sinceramente a me non mi interessa niente, oggi ero il più veloce di tutti, erano una gara da vincere e non da fare il tempo – ha sottolineato Martinenghi – Vincere contro Peaty che per me è un idolo da sempre, un punto di riferimento, oggi mettermelo davanti nella gara più importante di sempre è qualcosa di incredibile, stavolta con tutti i più forti presenti rispetto ai Mondiali. C’era una grossa responsabilità di dover vincere, oggi ho detto sai che c’è, io mi butto, non ho mai avuto paura, in qualifica e semifinale non mi sono divertito per niente, oggi prima di iniziare ho giocato a carte invece”.

Sul laboratorio di orafo di suo padre: “Questo metallo… è vero, era nel mio destino, sono cresciuto in quel mondo, vedevo brillare oggetti fin da piccolo, poi è diventata una passione. Oggi mi limito a indossarli, però al di là di tutti i gioielli che ho questo rimane il migliore. Forse chiederò un gioiello dedicato a mio padre, ci metteremo intorno al tavolo per studiarlo bene. So già cosa fare”.

E la risposta a Thomas Ceccon che ironicamente ha parlato anche di “culo”: “Abbiamo avuto culo? Posso dire di essere un campione olimpico prima di Thomas…”. Infine, sul fatto di aver vinto la prima medaglia d’oro della spedizione italiana: “Prima medaglia d’oro? Questa è una grande responsabilità. Una medaglia che cambia la vita. L’approccio alla vita, mi sento una persona soddisfatta del mio percorso”.

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