Harry Kane, non è ancora il momento. Il capitano dell’Inghilterra non è riuscito a rompere l’incantesimo, cancellare il tabù, mostrare al mondo di essere un campione vero. Il centravanti simbolo di una generazione intera, quella inglese, era chiamato a mettere a tacere tutte le voci che venivano dall’esterno e che lo hanno tremendamente tormentato nel corso di una carriera ‘bella’, ma non troppo. Concreta, ma non troppo. Vincente? Ancora no e questo gli fa male, troppo. Troppo perché il primo titolo in carriera di Harry Kane era nuovamente a un centimetro in Nazionale, in rappresentanza di un’idea di calcio, di un’identità sportiva, di una ragione di vita che rotola sui campi verdi di tutto il mondo e ha il suo fulcro proprio in Premier, ormai da anni qualitativamente il campionato più gradevole. Prima leggenda al Tottenham, ma senza alzare trofei, poi punta di diamante del Bayern Monaco, anche in questo caso senza guizzi trionfali; sempre e comunque, invece, icona nel bene e nel male di un’Inghilterra che non può ancora cantare “Siamo noi, i campioni”. Senza dubbio, la voce più forte tra i cori inglesi sarebbe stata proprio quella di ‘HurriKane’…il quale avrà certamente pensato, forse incredulo al fischio finale, “Non sono ancora io, il campione”‘.
HARRY KANE, CAMPIONE? NON ANCORA
L’Inghilterra ha ceduto il passo alla Spagna in finale a Euro 2024 e Kane non ha potuto alzare al cielo il primo e tanto sognato trofeo della sua vita. La punta attualmente in Bundesliga ha sempre dimostrato un formidabile tiro, la splendida e rara capacità di ‘segnare in qualsiasi maniera’, anche su rigore, anche sotto pressione. Quell’ingobbirsi poetico per poi esplodere il suo destro, spesso in diagonale, ha fatto innamorare gli appassionati di calcio di tutto il mondo. Sembra, però, che Kane sia destinato a rimanere quell’attaccante che, rivedendolo dopo tanti, anni, ti porta ad affermare: “Bravo, ma non ha mai vinto”. La sfortuna dell’attaccante, delle volte, infatti, fa in modo che magari si è il giocatore giusto, ma non nel contesto o nel periodo più adeguato, o ancora nella società che vive i suoi anni d’oro. L’epoca aurea, in realtà, Kane l’ha proprio disegnata con mano propria al Tottenham, rappresentando spesso un’ancora di salvezza per un decennio, un appiglio per i tifosi: oltre 200 gol con gli Spurs, non abbastanza. Faro della Nazionale inglese in due Europei e due Mondiali tra il 2016 e il 2022, tecnico e caratteriale, ma non abbastanza. Muro di gomma per le critiche da tutto il mondo, al Tottenham, alla Nazionale, al Bayern Monaco, ma non è MAI abbastanza. Un vero game-changer, però, non demorde. Kane è lo è dal punto di vista puramente tecnico, ma qualcuno può avanzare legittimamente alcuni dubbi guardando il palmares: il primo trionfo, da capitano, avrebbe potuto riqualificarlo agli occhi dei detrattori. Adesso, Kane dovrà nuovamente percepire il peso delle aspettative degli altri e sue, enormi, provando a mettere alle spalle le delusioni e quella sensazione perfettamente inglese di piacere a tutti, ma non abbastanza. Harry Kane è abbastanza, sì, per tutti, ma non è ancora un campione.