Calcio

Calcagno sul vincolo sportivo: “Merito e tempistiche sbagliate”

Umberto Calcagno
Umberto Calcagno - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Un provvedimento che contestiamo sia nel merito, sia nelle tempistiche“. Così il presidente dell’associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno, intervenuto oggi in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto 29 giugno 2024, n. 89 relativo alla proroga del vincolo sportivo. Il presidente Aic ha sottolineato: “La data di pubblicazione è del 29 giugno scorso, un giorno prima della fine della stagione sportiva, con migliaia di nostri associati e associate che avevano già programmato il futuro e si sono improvvisamente ritrovati vincolati per un’altra stagione. Questo provvedimento non solo ha illegittimamente prorogato un istituto che era stato cancellato dal decreto n.36, ma non ha tenuto conto di alcuni profili della norma vigente da un anno; oggi abbiamo dei “lavoratori e lavoratrici sportivi” che svolgono la loro attività nei due ambiti, professionistico e dilettantistico, e questo provvedimento crea una situazione paradossale con evidenti storture a livello lavoristico per chi aveva sottoscritto in costanza di tesseramento un contratto annuale e si ritrova vincolato a titolo gratuito“.

Calcagno ha poi aggiunto: “La proroga del vincolo poco ha a che fare con la tutela dei vivai come si vorrebbe far credere, tanto più che la norma è applicata indiscriminatamente, senza limiti di età in un decreto Infrastrutture, avrebbero potuto esserci modalità differenti per agevolare l’attività giovanile, verso un mondo che aveva chiaramente chiesto agevolazioni fiscali per gli investimenti sull’impiantistica utilizzata dai vivai, per agevolare la finanza privata a beneficio dei territori“. Il numero uno dell’Aic ha concluso: “Speriamo che in sede di conversione possano essere apportate alcune modifiche limitative del provvedimento per scongiurare anche il rischio di un enorme contenzioso su una norma che ha evidenti profili di incostituzionalità“.

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