Prima da giocatore, adesso da allenatore: Sandro Campagna ha legato indissolubilmente il proprio nome a quello del Settebello con il quale ha vinto tutto. Il ct azzurro, dopo la finale persa con l’Ungheria nel torneo preolimpico ma che è valso l’accesso ai Giochi di Rio 2016, non ha nessuna intenzione di fermarsi. “Dopo Pechino c’è stato un grande pessimismo nei confronti della pallanuoto italiana, poi è iniziato un nuovo percorso di crescita che ha coinciso con il secondo posto al Mondiale del 2010 e la vittoria nel 2011 del campionato del mondo. Per cui ci siamo presentati a Londra nel 2012 con i favori dei pronostici e dal punto di vista della pressione è terribile. L’Olimpiade è una competizione che può dare molte energie ma al tempo stesso le toglie. Siamo stati bravi ad arrivare secondi e a non deludere le aspettative”. Ogni Olimpiade, però, è una storia diversa: per Rio 2016 l’obiettivo è l’oro nonostante un gap ancora importante con le nazioni più forti come Serbia, Croazia, Montenegro. “Siamo stati bravi da favoriti, adesso dobbiamo comportarci bene da non favoriti. L’anno scorso siamo arrivati quarti ai Mondiali, dobbiamo saper ribaltare questo gap che c’è tra noi e altre tre o quattro squadre che, sulla carta, ci sono sopra” dichiara il ct ai microfoni de Il Tempo.
Un ricambio generazionale necessario, un nuovo percorso da intraprendere con alla guida sempre lui. Sandro Campagna. “È un processo lungo respiro che risente di periodo di adattamento. Almeno 6-7 elementi saranno alla loro prima Olimpiade, ma proprio da loro mi aspetto il salto di qualità. Ho dedicato alla nazionale buona parte della mia vita, ricevendo tanto in cambio naturalmente. Sono stato 12 anni giocatore, poi ho fatto tutta la trafila delle giovanili come allenatore. In tutto ho dedicato 25 anni della mia vita a questa causa. Ho avuto la fortuna di vincere tanto ma sono anche caduto e mi sono rialzato prontamente in ogni occasione. Sento un grande senso di responsabilità verso tutto il movimento” conclude Campagna.