Giovanni Pellielo e le Olimpiadi: una storia d’amore che perdura da Barcellona 1992. Per l’eterno campione del tiro a volo quella di Parigi sarà l’ottava presenza ai Giochi, un record per la nazionale azzurro al pari dei fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo e della canoista Josefa Idem. “Quando ho saputo della mia convocazione per Parigi ho provato una grande felicità – spiega Pellielo in un’intervista concessa all’ANSA – Si sa quanto sia difficile andarci, essere selezionato. Io ce l’ho fatta anche questa volta, a 54 anni, ma è tanto che sto lì’ in pedana, il tiro a volo è la mia passione e cerco sempre di fare il meglio. Così dico fin da ora che punto ad esserci anche a Los Angeles 2028: sarebbe bello fare come il mio amico Al Rashidi, che a Tokyo ha vinto il bronzo nello skeet a 58 anni, l’età che avrò io quando ci saranno i Giochi in California”.
L’unica assenza, dall’entrata sulle scene a Barcellona, è quella di Tokyo 2020 ma ‘Johnny’ non nutre nessun risentimento nei confronti dell’ex dt Pera, che invece convocò De Filippis per l’unico posto a disposizione. “Non ce l’ho con lui, anzi lo rispetto, anche se penso che ha sbagliato a pensare che non fossi in grado di gareggiare in Giappone. Mia madre non stava bene, io ero preoccupato e lui ha pensato che non fossi pronto“. In pedana a Parigi il pensiero sarà rivolto proprio a lei, la mamma scomparsa. “Sarà la prima Olimpiade senza di lei – spiega-, la persona che mi ha avviato a questo sport e alla quale ero più legato. Ripensandoci, l’anno scorso ho conquistato la carta olimpica per l’Italia, a Baku, appena una ventina di giorni dopo che lei era venuta a mancare. Se n’è andata il 26 luglio e quest’anno la cerimonia di Apertura di Parigi sarà proprio il 26 luglio: che incredibile coincidenza. O forse è un segno del destino. In pedana andrò anche per lei, che ora, da lassù, può seguirmi ovunque io vada“.
E a chi pensa che una carriera piena di titoli, a 54 anni, possa averlo saziato risponde così. “Non sono decoubertiniano, e a Parigi andrò per un posto sul podio, possibilmente quello sul gradino più alto, anche se gli avversari sono forti. Ci saranno tanti tiratori giovani e sarà quindi anche uno scontro generazionale. Spero che, oltre a far bene, io sia d’esempio per gli altri, che tramite la mia presenza capiscano che nel nostro sport si può essere longevi e rimanere competitivi ai massimi livelli anche dopo una certa età“.