Juan Musso, portiere dell’Atalanta, racconta la propria carriera ai microfoni di ‘Ole’, partendo dall’esclusione in Nazionale durante gli ultimi mondiali: “Oggi sono una persona totalmente diversa, più forte”. Poi, la vittoria dell’Europa League: “Il migliore momento della mia carriera, per molte cose. Avevo partecipato a campionati come il Racing Championship 2014 e la Copa América (2021) vinta con l’Argentina. Sono stati momenti indimenticabili. Ma non ero mai stato il protagonista, giocando a tutte le partite. Oltretutto per me ha un valore e un merito grandissimo perché l’Atalanta non aveva mai vinto nulla a livello europeo. Aveva vinto una sola Coppa Italia tanti anni fa. E il giorno in cui tre anni fa arrivai all’Atalanta, immaginare di poter vincere una Coppa come l’Europa League era molto difficile. Che si sia avverato per me è qualcosa di irripetibile, unico, storico. Grazie a Dio potrebbe succedere. E oggi mi sento nel momento più bello della mia carriera”. Il percorso europeo ha visto la Dea sfidare il Liverpool, avversario che sembrava impossibile superare: “Sì, sembrava impossibile, ci voleva un miracolo per batterlo. E così accadde: battemmo 3-0 ad Anfield contro una squadra che in quel momento era prima in Premier. Battendolo di tre gol è stata una cosa unica. Quando abbiamo segnato il terzo gol, sentivo che la Coppa sarebbe stata nostra. Non avevo dubbi: vedevo un’energia nel gruppo, come se si fossero tolti un peso dalle spalle. C’era la convinzione che si potesse battere chiunque. Non so quante volte è capitato nella storia di battere il Liverpool 3-0 ad Anfield. Poi siamo venuti qui, abbiamo sostenuto il risultato. Ed è arrivato il Marsiglia, una squadra con una storia in Europa anche importante, con uno stadio caldissimo che spinge tantissimo. Ne siamo usciti indenni perché abbiamo finito 1-1. Questo ci ha dato la possibilità di giocare la partita in casa e abbiamo vinto 3-0″. Poi, la finale: “Abbiamo giocato contro la squadra che non aveva mai perso in Europa (il Bayer Leverkusen dalla Germania), il meglio che potevamo giocare. Perché non c’è niente di più stimolante che giocare contro una squadra così, che nessuno batte. Non aveva perso una partita per tutto l’anno. Questo ci ha dato un vantaggio. Sapevamo che se non fossimo morti sul campo non avremmo vinto. E così fu: uscimmo a divorare il campo per morire per la coppa. È stata molto importante la fiducia della squadra, ma soprattutto la dedizione che hanno dato. L’Europa League è stata fantastica , dall’inizio alla fine. Dal finire primo nel girone al battere tutti con tanti gol. Era qualcosa che accadeva davvero molto raramente, ecco perché mi sto divertend0″.