Andy Murray ha avuto bisogno di tutto il suo spirito da combattente per avere ragione di Milos Raonic nella seconda semifinale degli Australian Open di tennis, in corso di svolgimento a Melbourne. Lo scozzese ha superato il canadese dopo quattro ore e tre minuti di battaglia, conclusasi con lo score finale di 4-6 7-5 6-7(4) 6-4 6-2.
A dispetto della prima semifinale che ha visto il dominio di Novak Djokovic su Roger Federer, quest’oggi sulla Rod Laver Arena è stato l’equilibrio a fare da padrone. Un match vissuto spalla a spalla, sul filo del rasoio e che era iniziato molto bene per un Raonic convinto dei propri mezzi. Break a zero nel primo gioco, break che riusciva a difendere sino alla fine del parziale nonostante il tentativo da parte di Murray di rimettere le cose in parità e prima frazione di gioco che dunque si chiudeva con il punteggio di 6-4. Secondo set equilibratissimo, i due giocatori tenevano i rispettivi turni di servizio senza particolari patemi, sino al dodicesimo gioco, momento in cui il tennista di Dunblane affondava il colpo e si rimetteva in carreggiata: 7-5 e un set pari.
Con grande maturità e con calma serafica Raonic continuava a fare la sua partita e non mollava di un centimetro. Ribatteva colpo su colpo e mandava segnali importanti al suo avversario. L’epilogo naturale del terzo set era il tie-break: l’allievo di Carlos Moya e di Riccardo Piatti con una grande risposta di diritto si conquistava il minibreak ed era bravo a difenderlo sino alla fine. Due set ad uno, Murray si trovava con l’acqua alla gola. Ma i grandi campioni proprio in queste situazioni riescono ad esaltarsi, il tennista di Dunblane con un break nel settimo gioco del quarto set girava a sua volta l’inerzia della partita. Raonic provava disperatamente a rientrare procurandosi due palle del 5-5, ma veniva ricacciato indietro: quinto set.
Purtroppo per il canadese, si palesava un problema alla coscia destra che di fatto spostava definitivamente la bilancia dalla parte del numero due del mondo. Nel quinto e decisivo set non c’era più storia, Murray si andava a prendere una grande vittoria dopo quattro ore e tre minuti di battaglia. La sua quinta finale a Melbourne, la nona a livello slam. Domenica se la vedrà con Novak Djokovic, per sollevare questo trofeo serve una grande impresa. Ancor più di oggi.