Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Sascha Zverev hanno fatto il loro esordio (vincente), ora tocca a Novak Djokovic. Gli occhi in questa terza giornata di Roland Garros sono tutti per il tennista serbo, forse arrivato con così tanti punti interrogativi allo slam parigino solo nel 2019, quando poi perse contro Marco Cecchinato nei quarti di finale. Fa quasi impressione sottolineare come il più vincente della storia, un tennista in grado soltanto lo scorso anno di aggiudicarsi 3 tornei dello Slam su 4, non sia riuscito in questi primi cinque mesi di stagione a raggiungere una singola finale sul circuito maggiore. Anche la scorsa settimana a Ginevra, pur avendo raggiunto l’obiettivo minimo di mettere qualche partita sulle gambe, le prestazioni hanno lasciato una marea di dubbi e le parole proferite in conferenza stamp ancor di più. Di certo le aspettative rispetto al solito sono inferiori, ma i suoi avversari restano ben consapevoli di non dover sottovalutare il campione di Belgrado. Detto ciò, l’esordio contro Pierre-Hugues Herbert – anche per il Djokovic ammirato in questa stagione – non può che essere considerata che una mera formalità.
Al detentore del titolo toccherà la sessione serale, mentre in diurna gli organizzatori sul Philipp Chatrier hanno piazzato un Ruud-Meligeni Alves che sulla carta entusiasma poco, ma che resta un premio dovuto al norvegese due volte finalista nelle ultime edizioni. Prima di loro, Alizé Cornet potrebbe salutare per l’ultima volta in carriera il pubblico di casa nel match che la vedrà opposta a Zheng Qinwen, che sul rosso comunque deve faticarsele le sue vittorie. Per Aryna Sabalenka c’è invece la maggiore – e meno talentuosa – delle sorelle Andreeva, ovvero Erika.
Elena Rybakina è un altro grande punto di domanda. La russa di nascita ma kazaka di passaporto ha dimostrato più volte di poterci stare al livello di Swiatek e Sabalenka. A mancarle, spesso, è la continuità fisica. Negli ultimi mesi già due i 1000 in cui è stata costretta a dare forfait, prima Indian Wells, poi Roma. La numero uno al mondo è probabilmente ben felice di averla vista sorteggiata dall’altra parte del tabellone considerando i precedenti, e quindi – eventualmente – toccherà a Sabalenka doverla affrontare. Per ora, però, c’è ancora un primo turno da giocare contro la belga Greet Minnen. Il match apre un programma sul Suzanne-Lenglen che vede anche Etcheverry sfidare Cazaux, Daria Kasatkina contro Frech e infine Holger Rune contro Dan Evans.
Sono quattro gli azzurri che devono ancora fare il loro esordio in singolare a Parigi. Giulio Zeppieri – in grado di superare le qualificazioni per il terzoa anno di fila – ha una ghiotta chance contro un Adrian Mannarino in crisi di risultati e che sulla terra raramente si è dimostrato competitivo. Anche in questo 2024 un disastro dal punto di vista dei risultati sul rosso: il tennista di Latina può e deve giocarsela puntando alla vittoria. Parte nettamente favorito un Luciano Darderi in gran forma e al debutto in un main draw Slam: il classe ’02 affronta l’australiano Hijikata. Non altrettanfo fortunato Flavio Cobolli, che ha pescato senza dubbio il peggiore tra i qualificati: Hamad Medjedovic è finora stato frenato solo dagli infortuni, altrimenti la sua classifica in questo momento sarebbe ben più alta. Il torneo giocato al Foro Italico ne è la dimostrazione: match difficile ma che potrebbe regalare spettacolo sul Court 13. Last but not least, abbiamo una straordinaria Sara Errani alla sua 14esima partecipazione in main draw a Parigi. L’ex finalista del torneo non si è fatta condizionare dalla sfortuna di essere rimasta fuori di 1 posto dal main draw: poche ore dopo il trionfo in doppio a Roma è volata in Francia e ha vinto tre incontri di qualificazione senza perdere alcun set. Ora, contro Schmiedlova, vuole mettere ancora più al sicuro la sua posizione in top-100. La slovacca è comunque reduce dal successo nel WTA 125 di Parma.