Il pagellone finale del Giro d’Italia 2024, che si è concluso in queste ore con la passerella conclusiva di Roma. La Corsa Rosa numero 107 è andata in archivio al termine di tre settimane ricche di spettacolo e grandi emozioni, nonostante un risultato apparso ben presto scontato. E’ stato infatti il Giro di Tadej Pogacar, fuoriclasse in grado di dominare in lungo e in largo ma senza annoiare. L’amore tra lo sloveno e il pubblico italiano è scattato subito ed è andato mano a mano crescendo fino all’ultima impresa nella penultima tappa con il doppio Grappa.
GIRO 2024, MONTEPREMI E PRIZE MONEY
Un primo plauso va anche agli organizzatori del Giro 2024, che al netto dello sfortunato episodio legato all’annullamento dello Stelvio e la mancata partenza da Livigno hanno saputo disegnare un percorso vario e avvincente. Un tracciato che poi i corridori hanno saputo interpretare nel modo giusto, regalando quasi sempre tappe emozionanti, incerte e tutt’altro che noiose. Andiamo quindi a scoprire insieme quali sono i voti dei protagonisti del Giro 2024.
Giro d’Italia 2024, il pagellone finale: Pogacar perfetto, l’Italia sorride con Tiberi e Milan
Tadej Pogacar, voto 10 e lode
Dovrebbero essere inventati nuovi aggettivi e nuovi voti per descrivere il Giro d’Italia di questo fenomeno assoluto dello sport mondiale. Solo lui riesce a essere amato dal pubblico pur ammazzando la concorrenza fin dalle prime tappe, correndo da padrone assoluto e togliendo ogni dubbio sulla lotta per la maglia rosa. Alla fine le vittorie di tappa sono 6, di cui 5 da leader della generale (record di Merckx eguagliato). Un campione gentile, capace di salutare i bambini e di regalare borracce in mezzo a un attacco solitario. Spettacolare ma anche umano, semplicemente il migliore sotto tutti i punti di vista. Un plauso anche alla sua UAE Emirates, partita in sordina ma poi cresciuta con il passare dei giorni e alla fine in grado di supportare al meglio il proprio capitano.
Daniel Martinez e Geraint Thomas, voto 8
I primi degli umani, a dieci minuti dall'”alieno” Pogi. Si sono visti pochissimo, anche perchè offuscati dalla luce del loro inarrivabile avversario. Alla fine però si portano a casa il podio finale, risultato che per Martinez è una novità assoluta. Per il veterano gallese è invece il quinto podio in un Grande Giro, il secondo consecutivo nella Corsa Rosa. A 38 anni è ancora una garanzia di rendimento costante.
Antonio Tiberi, voto 8
Quinto posto e maglia bianca, che all’Italia mancava dai tempi di Fabio Aru. Alla prima esperienza da capitano in un Grande Giro e a 23 anni ancora da compiere. Inutile dire che c’è di che essere soddisfatti, soprattutto per la solidità a cronometro che non è certo un marchio di fabbrica degli italiani che vogliono essere protagonisti in classifica generale. Il futuro è dalla sua e ancora di più da quella del 20enne Giulio Pellizzari, che in salita ha davvero regalato emozioni che hanno lasciato intravedere un talento da sgrezzare ma potenzialmente devastante.
Jonathan Milan, voto 8
Il friulano si conferma asso della velocità, con la maglia ciclamino che rimane sulle sue possenti spalle insieme a tre vittorie di tappa e quattro secondi posti. Il potenziale è onestamente enorme e forse ancora tutto da scoprire, quel che è certo è che anche lui avrà sulle spalle il ciclismo italiano negli anni a venire. Spazio ora anche alla pista, perchè all’Olimpiade lui e Filippo Ganna dovranno essere grandi protagonisti: c’è un oro da difendere nell’inseguimento a squadre. Onore anche a Tim Merlier (voto 8), capace a sua volta di imporsi in tre volate in questo Giro con tanto di trionfo nella passerella finale di Roma.
Ben O’Connor, voto 7
Si vede ancora meno di Martinez e Thomas, se possibile. Però alla fine il quarto posto è suo, a testimonianza comunque di una certa solidità nell’arco delle tre settimane. Da rivedere alcune dichiarazioni a margine dell’annullamento dello Stelvio, per il resto bravo a difendersi nei momenti di difficoltà anche grazie a un buonissimo team che non a caso porta a casa la vittoria nella classifica a squadre.
Thymen Arensman, voto 6.5
Sesto per il secondo anno consecutivo, l’olandese si conferma ottimo passista scalatore pur concedendo sempre qualcosa di troppo. Stavolta la terza settimana lo respinge e gli impedisce di contendere a Tiberi la maglia bianca di miglior giovane.
Romain Bardet, voto 5
Esce di classifica, ci rientra con una fuga ma poi alla fine non riesce mai a ritagliarsi uno spazio con i migliori. Il nono posto finale sembra un po’ troppo poco per il francese, per il quale i tempi del doppio podio al Tour (2016 e 2017) sembrano ormai un lontano ricordo.