Calcio

Juventus, processo Alto Piemonte: “La ‘ndrangheta controlla il tifo organizzato del club”

L'esultanza dello Juventus allo Stadium - Foto Antonio Fraioli

La sentenza del processo Alto Piemonte depositata in data odierna ha messo in luce l’esistenza di rapporti tra il tifo organizzato della Juventus ed i boss della n’drangheta. Il processo presieduto dal giudice Giacomo Marson lo scorso 30 giugno ha certificato come “la ‘ndrangheta si è di fatto imposta nel tifo organizzato esercitando un vero e proprio controllo dei gruppi che supportano la Juventus“.

IL PROCESSO – La criminalità organizzata avrebbe esercitato una notevole “forza intimidatoria” nei confronti della società bianconera per la gestione del business dei biglietti d’ingresso allo stadio da rivendere con la pratica del bagarinaggio. Bisogna sottolineare come in questo filone dell’inchiesta penale, parallelo al procedimento sportivo per il quale Andrea Agnelli è stato inibito per un anno dal tribunale federale della Figc, non è stato iscritto al registro degli indagati nessun tesserato della Juventus. È stato invece condannato a sette anni e nove mesi Rocco Dominello, appartenente alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno individuato come il “raccordo fra il mondo della tifoseria organizzata e la `ndrangheta“.

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